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“L’essere umano perfetto” di Rosa Casado e Mike Brookes

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Rosa Casado e Mike Brookes presentano a Inteatro il loro esperimento teatrale: “L’essere umano prefetto”. L’obiettivo è coinvolgere persone di ogni contesto sociale che non si occupano di teatro. Il gruppo di persone viene coinvolto in conversazioni di diverso tipo nell’esplorazione di ciò che è umano e di cos’è la perfezione. Le reazioni naturali di ognuno alle questioni che vengono poste rappresentano la performance teatrale.
Ziguline non poteva perdere l’occasione di intervistare i due autori :

ziguline: Da dove viene l’idea di coinvolgere “persone comuni” che non si occupano di teatro in una performance tratrale? Qal’è l’obbiettivo e l’effetto che volete ottenere?

Rosa Casado: L’idea ci è venuta dopo aver visto un film di un regista danese, Jorgen Leth. Nel suo lavoro, lui parla degli esseri umani, di persone che cercano di imparare come comportarsi o fare cose in modo perfetto. Il film, quindi, ci ha fatto pensare alle abilità degli esseri umani e al modo di essere delle persone. La loro capacità di relazionarsi con il mondo e cercare di risolvere i problemi di tutti i giorni. L’idea iniziale è stata domandarsi cosa significa essere perfetti e cosa significa essere umani. Così, abbiamo voluto lavorare solo con persone che non fossero esperti nelle cose che avrebbero fatto, cioè che non fossero attori di teatro. Il progetto è un contesto performativo e gli attori principali sono le persone.

Mike Brookes: L’obiettivo è cercare il “luogo” dove loro, le persone, possono essere quelle che sono e fare le cose che fanno normalmente, ma facendocelo vedere da un diverso punto di vista.

ziguline: è il primo progetto in cui coinvolgete “non attori”? Secondo voi è un esperimento che funziona? Qual è la risposta della gente che coinvolgete?

Rosa Casado: Devo dire che, nel modo in cui lo stiamo facendo adesso, per me è la prima volta. Non lo è per Mike credo.

Mike Brookes: Si, penso che lavorare con “non attori” funziona bene. Generalmente, noi consideriamo l’incontro con il pubblico come fosse una semplice conversazione, mettiamo in evidenza ciò che avviene tra di noi e queste persone. E’ la prima volta che coinvolgiamo parte del pubblico nella creazione del lavoro, ma lavorare con loro è stato molto chiaro e semplice, perché abbiamo chiesto loro solo di incontrarci ed essere se stessi. Le persone vengono occupate in normali conversazioni.

Rosa Casado: Vorrei aggiungere che, in realtà, noi non lavoriamo secondo gli standard teatrali. Quando lavoriamo a un pezzo, noi non recitiamo, noi siamo solo noi stessi nel luogo dove incontriamo le altre persone. In questo spettacolo è così: alcune persone del pubblico inizialmente sono coinvolte, insieme a noi, nella creazione del “luogo di incontro”. Noi insieme a loro, nello stesso luogo, creiamo lo spazio per la conversazione, per l’incontro. Sarebbe difficile fare questo lavoro con attori professionisti.

ziguline: Se ho capito bene, mettendo in evidenza le imperfezioni e le fragilità delle persone, vi proponete di svelare aspetti della perfezione umana. Mi sembra una contraddizione, come funziona?

Rosa Casado: Beh…non lo so, questo è il motivo del nostro esperimento. Per me la cosa riguarda più il cambiare il modo di vedere le cose, cambiare focus. Non vedere come alcune cose sono perfette, ma riconoscere la realtà: come siamo e come viviamo, come possiamo vivere insieme, creare il tipo di contesto nel quale possiamo accettare la realtà.

ziguline: Domanda difficile: Esiste “L’essere umano perfetto”?

Rosa e Mike: risate…..

Mike Brookes: Direi, si e no. O meglio, sono perfetti tutti o nessuno.

Rosa Casado: Beh, non ci ho mai nemmeno pensato. Non penso agli esseri umani come perfetti o sbagliati…

ziguline: Parlatemi di InTeatro. Qual è la vostra esperienza a Polverigi e come questo Festival si differenzia dagli altri festival di teatro convenzionali in giro per l’Italia e per l’Europa?

Rosa Casado: Beh, io sono venuta qui per la prima volta tre anni fa, e sono stata coinvolta nelle attività del Festival e nei progetti che gli organizzatori hanno posto in essere. Quindi ho condiviso molti degli interessi delle persone che ci lavorano. Abbiamo iniziato a confrontarci ed ora abbiamo una conversazione profonda e ampia e questo ci ha permesso di iniziare a collaborare anche su altri progetti. Per me, quindi, Intearo è diverso in questo senso: Si tratta di un gruppo di persone che lavora su cose sulle quali io ho un forte interesse.
La differenza principale, poi, sta nel fatto che qui si possono vedere molte novità, molti nuovi lavori teatrali che non sono mai stati presentati prima. E questo è un grande rischio. Posso dire che questo Festival è veramente unico in questo senso.

Mike Brookes: …e per noi è stato possibile venire e trascorrere del tempo qui a parlare cosa avrebbe significato lavorare qui ed è abbastanza raro avere questo tipo di conversazione e sviluppare i propri lavori nel tempo.

Per chi volesse saperne di più su Inteatro ecco il sito ufficiale

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Giuseppe D.

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Questo è il suo articolo n°97

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