2501 Nomadic Experiment solo show at Wunderkammern
Sono passati quasi quattro anni da quel giorno in cui segnalammo nella nostra agenda dedicata agli eventi la mostra “Veicolo Adamantino” di 2501 aka Never2501 aka Gik all’anagrafe Jacopo Ceccarelli. La mostra si teneva nella storica The Don Gallery di Milano, forse una delle primissime gallerie d’arte attente al fenomeno artistico globale della street art e che purtroppo oggi apre solo in rari ed eccezionali casi.
La cosa che mi aveva colpito fu l’improvviso cambio di passo di 2501 nell’ uso del colore, lo avevo conosciuto con i suoi bianchi e neri e con le sue onde fluide, morbide ma allo stesso tempo “lineari” e improvvisamente il suo giocare astratto e caotico con macchie di colore tra il giallino, l’azzurro o il violaceo mi aveva spiazzato, non mi convinceva, continuavo a preferire la sua ricerca ondeggiante di bianchi e di neri con i suoi rappresentativi tocchi dorati.
Però da quella mostra apprezzai il suo carattere di sperimentatore, di artista che si mette sempre in discussione e che si abbandona alle sue stesse “onde” emotive lasciandosi trascinare dal, talvolta paradossale, binomio cuore-mente andando così a modificare costantemente la sua ricerca estetica e comunicativa di pari passo con il suo peregrinare per il mondo.
Ed il frutto del suo percorso compiuto finora è Nomadic Experiment – on the brink of disaster in mostra fino al 25 Luglio presso la Wunderkammern Gallery di Roma. Jacopo 2501 ha viaggiato molto , facendo tesoro delle sue primissime esperienze Milanesi ,che sicuramente ora rappresentano una costante di base ed un punto di partenza molto forte nel suo pensiero d’artista, ma anche delle storie vissute in Brasile piuttosto che di quelle di Miami e Los Angeles, città che sono state anch’esse testimoni dell’evoluzione del progetto Nomadic Experiment.
Il dialogo tra i muri outdoor e le opere indoor è uno scambio veloce e ritmico di flussi, onde e vortici che mentre conservano come “statuari” i colori bianco, nero e oro nelle forme diventano sempre più astratti , come se l’artista volesse comunicare di aver raggiunto una maturità intimista che vuole preservare e tenere segreta.
Comunque, a parte queste personali “pippe mentali” che mi sono sparato, vi invito a farvi un giro in galleria a Tor Pignattara. Super mostra, Gik! Ah…anche i muri sono delle bombe, i lavori in quel posto abbandonato sono da paura ed il video relativo dei The Blind Eye Factory spacca!
p.s. so qual è il posto abbandonato, ma non ve lo dico!