Le MIT e una notte
Quella che mi accingo a raccontarvi è la storia di una serata sdoppiata, di un gruppo di amici diviso dalla fortuna e di una città in grado di punire e premiare senza alcuna prevedibile logica. Preambolo: Quando, qualche settimana fa, Dario (nome di fantasia, ndr) mi chiamò per chiedermi di accompagnarlo al Meet In Town 2012, capii che era il momento di provare il servizio di Ticket Deals di Ziguline. Comprammo due biglietti ridotti per la serata di Venerdì 8 giugno. Dico questo per due ragioni: la prima è fare pubblicità al servizio Ticket Deals di Ziguline. La seconda è che i biglietti disponibili erano due e, quando anche Bruss e Fraschetta (nomi reali) decisero di venire con noi, pensarono che sarebbe stato possibile comprare i biglietti (senza riduzione) direttamente presso la biglietteria dell’Auditorium. Ecco, la nostra storia comincia proprio a quella biglietteria, nel momento in cui Bruss e Fraschetta appresero che i biglietti erano finiti. A quel punto l’unica cosa sensata ci parve quella di documentare entrambe le serate e scoprire chi avrebbe passato la serata migliore. Ci demmo appuntamento alla Piazzetta di San Lorenzo alle 3 di notte, e partimmo per le nostre rispettive avventure. A voi il responso finale.
Ore 22.30: Mentre Bruss (quello con la maglietta rossa e bianca) e Fraschetta (con la maglietta verde) cercano di farsi una ragione dell’assurdità del capitalismo e degli eventi a pagamento, Dario immagina la montagna di feromoni in cui sta per immergersi. Ci dividiamo.
Ore 23.10: io e Dario siamo dentro. La serata del venerdì si svolge nel Garage dell’Auditorium, che è un vero e proprio garage con cemento a vista, enorme. Abbiamo incontrato pochissima gente all’entrata, e all’interno la situazione non è migliore. Sul palco, una specie di grossa piattaforma staccata dal pavimento di circa 30 cm, suona Dj Nox, mentre una trentina di persone accenna qualche movimento intimidito. Le poche ragazze sembrano più interessate a dimostrare di avere collaborato con l’organizzazione.
Intanto Bruss e Fraschetta hanno raggiunto San Lorenzo. La probabilità di avere sprecato una serata è grande, c’è del tempo da recuperare. Bruss sa benissimo che sarà maleducatamente respinto da una grande quantità di ragazze prima di poter parlare con qualcuna, perciò decide di darsi da fare.
Ore 00.00: Iniziamo a domandarci per quale imperscrutabile motivo abbiano impedito agli altri di entrare. C’è pochissima gente, e l’atmosfera è elettrica tanto quanto quella di una convention del partito di Francesco Rutelli. I pochi presenti se ne stanno fuori a fumare o parlottano sotto il palco. L’unica persona con cui Dario ha attaccato bottone è un pompiere, cui ha domandato dove fosse il bagno. Il pompiere ha detto di non saperlo.
I 6 shots ingurgitati iniziano a fare presa sul sistema cardiovascolare di Bruss. Nota sempre più donne e cerca sempre di abbracciarle fingendo di chiedere qualcosa all’orecchio. Fraschetta ha un doloroso mal di stomaco: è oramai da un’ora che non rilascia gli addominali.
Ore 00.40: E’ finalmente salito sul palco un tizio davvero divertente: Dam Funk, un afroamericano con gli occhiali da sole ed un bassista che ha una maglietta con la sagoma di Michael Jackson fatta con le perline. Sembra esserci più gente, più adrenalina, ma l’illusione dura pochi minuti: finito il primo pezzo tutti tornano fuori a fumare e restano solo i fotografi, sedicenni con obbiettivi da freelancer naturalista che sgomitano per avere la migliore prospettiva sulla tastiera di Dam Funk. Sono oramai due ore che alle spalle del palco viene proiettata la scritta ‘Privincia WiFi’.
Bruss comincia a sentirsi innamorato, ma lei gli ha solo chiesto una sigaretta.
Ore 01.20: Fin ora abbiamo, rispettivamente: abusato delle caramelle Ricola in omaggio; fumato 40 sigarette; preso in giro quelli nel privé che si imbottivano di RedBull; criticato l’abbigliamento di chiunque, tentando di ricavarne un profilo della personalità dell’indossatore. Non resta altro che cercare di farsi delle foto-da-Flickr sfruttando le proiezioni vicino all’entrata. Il tutto è, tranne la solita trentina vicino al palco e lo spazio-fumatori vicino all’entrata, semi-deserto.
Bruss è oramai certo che il suo sudore attiri il sesso femminile. Fin ora ha speso 45 euro in alcoolici ed ha discusso di argomenti che vanno dall’antropologia alla pallanuoto. Ad oggi non ricorda ancora chi ha fatto le foto che seguono. Fraschetta non ricorda invece alcuna foto.
Ore 01.50: il mistero dei biglietti esauriti diventa oramai irrisolvibile. Alla sinistra del palco scopriamo una tenda che nasconde una rampa di accesso (da dove?) al garage adibita a spazio-fumatori. C’è un gruppetto di ragazzi che resterà seduto là a fumare per il resto della serata. Il biglietto della serata costava 20 euro.
Bruss inizia a dire in giro di essere uno scrittore ed un regista di videoclip hip-hop. La ragazza in foto gli ha lasciato il suo contatto Facebook, ma deve avere scoperto la verità. Ad oggi non ha ancora accettato la sua richiesta d’amicizia.
02.30. Un addetto alla sicurezza approfitta di una pausa per voltarsi verso di noi e dire ‘ve prego, diteme che è finito’. La pista è oramai popolata solo da coppie che pomiciano (ed abbiamo il sentore che siano venute già formate), strani personaggi in iperventilazione che urlano contro il palco e le solite ragazze dell’organizzazione che trangugiano Red Bull. Una Red Bull costava 4 euro, un cocktail 8. Prima di prendere l’uscita approfittiamo della fontanella dell’Auditorium, bevendo sotto le occhiate consolatorie dei due stuart all’entrata.
Bruss ha formato una gang di strada con alcune studentesse di Lingue e ripete in continuazione ‘Spaccamoje er culo’ . Lui è il capo, Fraschetta il braccio fidato. Da un’interpretazione a posteriori abbiamo desunto che il tizio con le dita nelle mutande è il figlio di quello seduto sulla panchina. Bruss continua a ripetere alle ragazze di saper fare dei favolosi graffiti, facendo seguire ad ogni frase un’occhiatina compiaciuta alla sua sinistra (dove però non c’è nessuno).
Ore 3.00: ci rivediamo. Fraschetta ci presenta la sua nuova amica, spiegandoci come sia favoloso il fatto che viva con un Pitt Bull dolcissimo. Bruss ci dice che deve assolutamente farci vedere delle cose, ma si dimentica in continuazione di quali cose stia parlando. Dice di volerci bene, e che la prossima serata dovremo restare uniti. Ci trova d’accordissimo.
P.s. ad onor del vero, la musica al M.I.T. era davvero favolosa, ma la musica giusta con l’atmosfera sbagliata può essere come una ragazza fantastica che riveli una simpatia per la Santanché: vorresti goderne, ma non ce la fai.
P.p.s. A tutte le persone che si riconoscano nelle immagini, vi ringraziamo della collaborazione. Sappiate che né Bruss né Fraschetta ricordano i particolari della serata, dunque un vostro contributo potrebbe essere prezioso.