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Ordine e precarietà nel progetto A Sick Boy di Michele Guidarini

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“Ogni ordine è un atto di equilibrio di estrema precarietà” , con questa massima di Walter Benjamin, la curatrice Eva Di Tullio introduce A Sick Boy, il progetto artistico con il quale Michele Guidarini ha preso parte all’ultima edizione del SetUp Contemporary Art Fair di Bologna insieme alla Galleria La Linea.

 

 

Come nella citazione, l’artista cerca di ordinare i simboli religiosi e le influenze pop e punk che caratterizzano il suo lavoro, secondo la linea ordine-equilibrio-precarietà. È così che gli elementi ricorrenti nell’opera di Guidarini  seguono un ordine simbolico che tende a racchiudere tattoo, icone, illustrazione, grafica, moda, musica, ironia, denuncia, intimismi.

 

 

Guidarini ammette senza remore la sua “malattia” fatta di visioni e intuizioni: “Sono un ragazzo malato, sono un ragazzo con una visione distorta della realtà, quella che per me è solo una pellicola che nasconde il mio immaginario, la purezza dell’essere, i mostri, le fate, i chip installati dentro di noi per farci obbedire. Sono malato perché non vedo forme, contorni, colori ma solo sagome di ombre che esplodono nel buio. Essere malato rende più sensibili”.

 

 

Nel progetto A Sick Boy l’artista esprime totalmente il suo tormento artistico che lo porta a inseguire i propri istinti, i quali si manifestano attraverso insolite epifanie e lo conducono verso strade diverse, come nella scelta del colore o il bianco e nero, la ricerca iconografica, l’intreccio di tecniche.

 

 

Le opere di Guidarini non annoiano mai con quella sottile ironia, mista al racconto di come va il mondo e permeata, probabilmente, dalla sua stessa personalità.

 

Info | www.gallerialalinea.com/sick-boy-michele-guidarini

 

 

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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