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A Spencer Tunick non interessa se hai il pisello piccolo o le tette grandi

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Se vi dicessi che c’è un fotografo che recluta persone disposte a farsi fotografare completamente nude, insieme ad altre persone, tante persone, per la serie “più si è meglio è”, credo che molti di voi penserebbero a cose passibili di censura. Ebbene Spencer Tunick, fotografo americano da anni fà arte immortalando la nudità di migliaia di volontari in tantissime città del mondo.
I volontari non percepiscono nessun compenso ma solo una copia, in edizione limitata, dell’opera a cui hanno partecipato.

“Per le mie foto non capita mai che selezioni le persone secondo criteri di bellezza fisica, ritraggo solo chi me lo chiede”. La cosa divertente è che sul sito, nella sezione dedicata all’autocandidatura, oltre ad inserire i dati anagrafici bisogna indicare il colore della pelle, indicandolo su una fascia cromatica da uno a sette, questo per utilizzare i corpi come dei veri e propri pixel.

Il nudo di massa permette di annullare l’individualità con tutte le differenze che la caratterizzano.
Armato di megafono, su una scala, insieme agli assistenti dà il via al set. Ordina a migliaia di persone di togliersi i vestiti e prendere posizione in attesa del nuovo orine.
“Generalmente lavoro alle prime ore dell’alba perché le persone sono meno tese e poi non amo molto la luce piena del giorno, preferisco colori come il blu inchiostro o il grigio. “
E’ quello che è accaduto a città del Messico dove 18.000 persone, (battendo ogni record) nella piazza dello Zocalo si sono fatte fotografare tutte insieme. Chi ha partecipato giura di non aver sentito né freddo né imbarazzo, come se la nudità fosse una sorta di livellatore sociale. Tutti nudi, tutti uguali.

Guardando le immagini l’attenzione è rivolta alla quantità di gente che crea uno scenario insolito che si lega perfettamente al sito scelto. Tutti di schiena, tutti sdraiati, tutti con la mano in alto. Sembrano tante tasselli di un mosaico che Tunick ha nella testa ed è visibile a tutti solo a opera ultimata.
Non è un artista comune visto che dipinge con i corpi nudi, ma trovo che nei suoi lavori ci sia una delicatezza che a molti artisti “ordinari” manca.

Per chi volesse saperne di più: spencertunick.com

Lia Zanda

scritto da

Questo è il suo articolo n°30

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