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A teatro, Lampedusa è uno spiffero

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Sul palco solo una sedia circondata da immondizie varie. Alle spalle della sedia un grande schermo. Ci sediamo e parte un disco di Celentano degli anni ’60 e dallo schermo immagini di mare, scogli e terra bruciata al sole.
Fabio Monti entra timidamente, parte piano e poi è un vulcano. In un attimo ci porta su quel piccolo pezzo di terra, più Africa che Italia, che è Lampedusa. Lontano da tutto e da tutti. Luogo dimenticato ormai celebre solo per i continui sbarchi di clandestini e per qualche turista famoso che decide di passarci una settimana d’estate. Monti ci sbatte in faccia tutta l’umanità dell’isola e lo fa nel modo più efficace: con loro parole di chi ci vive. La vivacità e l’animosità degli ‘mpedusani ci fa ridere a crepapelle, per poi, solo un momento dopo, farci meditare.

Si ride sulla tragedia. Lampedusa è il teatro di uno scontro fra ultimi. Da una parte, i disperati che scappano dalla guerra e dalla fame e arrivano in un “non-luogo”, sbarcano dopo giorni di viaggio in barca e vengono immediatamente spostati nei CPT senza sapere nulla del loro futuro. Dall’altra i lampedusani, il loro disagio le loro difficoltà di essere ultimi in uno stato che li ha dimenticati. Senza un ospedale, senza dentisti, senza elettricità e acquedotto per tanti anni. Quando finalmente, a partire dagli anni ’90 la fortuna e tanti soldi sono iniziati ad arrivare grazie al turismo, ecco che Lampedusa torna tutti i giorni sui quotidiani di mezzo mondo, ma solo per la tragedia degli sbarchi dei clandestini ingigantita dai media che fanno scappare i turisti.

La storia che la compagnia emmeA’ Teatro ci racconta è una storia di povertà, di sfruttamento, di emarginazione, di paura, di rabbia verso uno Stato assente, ma è anche una storia di solidarietà tra ultimi. L’incontro tra il becchino lampedusano, che decide di seppellire i corpi che trova abbandonati sulla spiaggia, e un non meglio identificato “tunisino” ci fa emozionare. Cos’è quindi Lampedusa?
Lampedusa è uno spiffero, è niente, uno scoglio in mezzo al mare lontano da tutto. Ma Lampedusa è tanto altro. L’umanità che l’artista ci illustra rappresenta chiaramente le contraddizioni tipiche italiane e di tutto il mondo occidentale. Uno spettacolo bello, divertente, intenso e carico di significato. Da non perdere.

Giuseppe D.

scritto da

Questo è il suo articolo n°97

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