A villa Ada incontri il mondo
È stata inaugurata il 25 giugno scorso la nuova edizione (la quindicesima, per l’esattezza) del festival Roma incontra il mondo, presso il laghetto di Villa Ada a Roma.
L’evento, che porta migliaia di presenze, è un appuntamento ormai classico delle calde e afose serate romane, un classico soprattutto per chi è costretto a restare in città, sognando mete esotiche in cui rinfrescarsi e rinfrancarsi, dopo un lungo inverno di duro lavoro e un inizio estate tropical-torrido. Il microclima che si crea a villa Ada è cosa rara e alquanto strana e il connubio con la musica è perfetto.
La sorpresa sta anche nella capacità degli organizzatori di riuscire a proporre ogni sera uno spettacolo unico e irripetibile. Negli anni precedenti, se non ricordo male, sebbene la manifestazione durasse ugualmente un mese e mezzo, non tutte le sere vi era un evento. Quest’anno, evidentemente, si è voluto fare le cose in grande, anche se sinceramente non ne capisco bene la logica. Sarebbe bello, indubbiamente, potere partecipare a tutti i concerti,per di più in uno dei pochi luoghi in cui refrigerarsi restando in città, ma come si fa? E se il giorno bisogna lavorare?
Tuttavia so bene che i romani non si lasceranno scoraggiare e parteciperanno in massa, anche perchè a ben guardare, il programma propone artisti di differente provenienza musicale che si rivolgeranno a diverse tipologie di pubblico.
La manifestazione presenta due piccole novità, la prima, come già detto, è che ogni sera ci sarà un evento, la seconda è che ogni evento sarà a pagamento, cosa che negli anni passati non avveniva. Ricordo che negli anni scorsi alcune delle serate avevano l’ingresso libero, il che mi pare sempre un atto di grande riconoscenza nei confronti del pubblico.
Ma veniamo al programma: a parte le serate già svolte, peraltro magnifica l’esibizione di Ginevra di Marco e Cristina Donà (quale migliore inizio se non al femminile!), di sicuro impatto musicale sono stati sia l’algerino Sidh, che il marocchino Nour Eddine e il fantastico duo Tuck & Patty, ma restano ancora tanti importanti eventi.
Il pubblico incontrerà sul palco la Musica Nuda di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti (10 luglio), l’originale Hazmat Modine (14 luglio) la band newyorkese che mescola blues, reggae, klezmer, country e gypsy, o ancora il grande maestro del roots reggae mondiale Luciano (15 luglio) nella cui voce troviamo radici e cultura.
Il programma ha dato un grande spazio a molti artisti italiani che si esibiranno nelle prossime calde serate: Giuliano Palma & The Bluebeaters, Roy Paci & Aretuska, Sud Sound System, Caparezza, Africa Unite, Baustelle, Almamegretta, Bluvertigo, Acquaragia Drom, Radici nel Cemento, Eugenio Bennato, Tarantolati di Tricarico, e tanti altri ancora.
Ma l’evento più atteso, e di sicuro quello più carico di significato, ci sarà il giorno 24 luglio con Gilberto Gil uno dei più grandi musicisti brasiliani, ma anche Ministro della Cultura del governo brasiliano dal 2003, da considerarsi, per questo, massimo portavoce della cultura del suo paese, con la sua poetica originalissima e sempre sensibile agli aspetti sociali della realtà che lo circonda. Chiuderà il festival il 10 agosto, come ormai è di tradizione Daniele Sepe, che questa volta si presenta nei panni di direttore di un’orchestra tutta speciale: la Brigada Internazionale con uno spettacolo che si intitola “Nostra patria è il mondo intero”. La band è un miscuglio di musicisti provenienti da ogni parte del mondo e il loro repertorio “a colori” sarà la musica popolare di mezzo mondo. Lo spirito burlesco del progetto di Daniele Sepe intende portare al pubblico la “meravigliosa musica della gente più povera della terra. E lo fa in allegria”. Insomma questa festa è davvero un incontro con tutto il mondo, un piccolo villaggio in cui gli artisti si impegnano anche a farsi portavoce per gridare i diritti civili di popoli di tutto il mondo e lanciare appelli spesso poco ascoltati.
Il programma delle serate lo puoi trovare su www.villaada.org
I concerti si tengono presso il laghetto di Villa Ada ingresso da via di Ponte Salario, Roma
[Valentina Alterio]