Abitare allo Zen
Abitare allo Zen vuol dire inscriversi nella posizione più bassa della gerarchia sociale della città, andare ad abitare allo Zen è una sorta di Outing sociale: per il modo di accedere all’alloggio (il mercato informale della casa – occupazione abusiva), di utilizzare i servizi (allacciamento “ammuciuni” alla rete elettrica), per l’accettazione dei rapporti di subordinazione (la contiguità con il cosiddetto street crime, le gerarchie di potere interne).
Lo Zen è un enclave sociale, di segregazione su una logica di classe, non è un ghetto, nè un inperghetto, nè un banlieue in declino. La sua analisi ci permette di rilevare la maniera con cui Palermo si iscrive nei mutamenti globali che marcano le trasformazioni delle grandi metropoli, come nello stesso tempo, per la sua storia locale, se ne distanzia.
La tendenza dominante della città di massa è il suo costituirsi attraverso aree di reclusione, cioè attraverso segregazione ed esclusione, razziale, etnica e di classe. La metropoli postmoderna accentua questa tendenza. Queste aree sono oggetto di una intensa stigmatizzazione territoriale mediatica. Lo Zen ne condivide la sorte, ma ha qualcosa di più.
[Prof. Ferdinando Fava – Docente di Antropologia Culturale]
La galleria fotografica è del fotografo palermitano Nicola Di Marco.