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Analisi sociologica sui ritardi

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Prima di sviscerare le tipologie di “uomini che subiscono i ritardi” vi introduco la vicenda che mi ha portato ad effettuare questa breve analisi sociologica; l’introduzione può essere utile a comprendere alcune tipologie di reazioni al “problema”. Oggi, 10 dicembre 2013, arrivo alla stazione di Foggia per prendere un treno diretto a Bologna, come sempre paranoico arrivo alla stazione con 15 minuti di anticipo in modo tale da svolgere con estrema calma le varie manovre da viaggiatore occasionale. Prendo il caffè al bar, compro il giornale e mi accingo a raggiungere il binario quando inizio ad avvertire un primo accenno di panico diffuso. Da buon ansioso chiedo informazioni a un ferroviere, che mi risponde: “alla stazione di Cerignola c’è una manifestazione dei “forconi” che impedisce il regolare transito dei locomotori, tutti i treni subiranno un ritardo che al momento non riusciamo a quantificare”. Perfetto! Adesso che ca*** faccio? Sono solo e a Foggia c’è un vento gelido, come mai nella storia. A questo punto decido in ogni caso di andare al binario 4 e aspettare ed è qui che ho modo di categorizzare le diverse tipologie di “uomini che subiscono i ritardi”.

L'inutile striscia gialla

Il bestemmiatore

É colui che, raggiunto dalla notizia imprevista, inizia a imprecare contro tutto e tutti senza sentire ragioni e in alcuni casi alza le braccia al cielo e cerca contemporaneamente appoggio dal pubblico (una specie di coro con rispettiva coreografia). Il bestemmiatore professionista sceglie accuratamente i santi del posto e oggetti particolari che sono appartenuti a persone importanti da menzionare nelle sue bestemmie. In questo particolare caso sono stati menzionati: gli zoccoli di Padre Pio, San Nicola di Bari, l’Incoronata di Foggia, la papa mobile e Papa Francesco.

Ritardo

Il socio(al)patico

Si identifica subito tra la gente perché ha un oggetto tecnologico in mano sul quale tamburella a ritmo incessante. Solitamente fa foto da condividere sui social, chiama e manda messaggi ad amici e parenti fino al 3° grado. Non interagisce con i compagni di sventura ma al massimo ride, guardando i commenti degli amici o i like ricevuti per la foto o l’aggiornamento di stato. La versione avanzata crea hashtag appositi o cerca di menzionare su Twitter istituzioni o politici, dipende dal caso.

Il ricottaro

Per lui ogni occasione è buona per parlare e conoscere persone. Solitamente si aggira tra la gente con un sorriso sgargiante e cerca fintamente di lamentarsi o reperire informazioni. In situazioni come queste è uno dei pochi ad essere veramente contento dell’accaduto.

Il politicante

L’opinionista politico

Solitamente è di mezza età (tra i 40 e 50 anni), fuma molto e viaggia in compagnia. Cerca di individuare la sua “tribuna politica” e poi parte con qualche considerazione a voce medio-alta sulla vicenda con l’obiettivo di attirare in fase preliminare il pubblico. Per lui tutto dipende e gira intorno alla politica, sia essa di destra o di sinistra, fa citazioni di avvenimenti e personaggi storici. Conclude il suo show con frasi del tipo “dobbiamo tagliargli la testa” o “il Paese è lo specchio dei suoi elettori”.

La fashion victim

Il/la fashion victim

Nella maggior parte dei casi la vicenda gli è assolutamente indifferente, ha un unico problema, deve trovare uno specchio o una superficie che rifletta la sua immagine. Nella versione femminile ha tacchi alti e leggings o pantaloni attillati, riesce a ricavare una “passerella” da ogni situazione o luogo e si spara autoscatti a raffica. Molto spesso parla al telefono con amici o amiche di Milano e si lamenta dell’accaduto rimandando il racconto con tutte le specifiche all’aperitivo serale.

Il cestino della speranza

Il manager

Ha una borsa griffata e dentro computer o tablet e qualche quotidiano. In questi casi lo smartphone è  vitale per lui, gli serve a  reperire maggiori informazioni possibili e contattare colleghi, clienti e segretaria per rimandare o spostare appuntamenti e cene di lavoro. In rari casi interagisce con gli altri e di solito cerca di ristabilire la calma ricordando episodi simili successi in passato che lui ha affrontato con estrema tranquillità.

In tutto questo il mio treno è partito alle 14.28 con circa un’ora e mezza di ritardo. Dimenticavo, ci è stato donato anche il “cestino” dei viveri. #Trenitalia devi fallire.

 

 

 

Luigi La Porta

scritto da

Questo è il suo articolo n°59

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