Andy Warhol e Peter PAN
Non sono solita intraprendere polemiche per puro diletto ma a volte è davvero necessario evidenziare situazioni che si perpetrano da anni senza nessuna spiegazione logica. In mezzo al mare di problemi in cui tutti giorni un più o meno onesto cittadino italiano è costretto a calarsi, quello di cui voglio parlarvi oggi è davvero poco degno di nota ma va menzionato comunque.
Sono un po’ di anni che frequento il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, un museo a carattere pubblico che periodicamente ospita mostre di una certa rilevanza. Lo scorso week end ci sono andata per vedere la tanto attesa mostra Andy Warhol: Vetrine e per l’ennesima volta, il mio cuore è stato trafitto dal pessimo allestimento e la poca cura in cui versa Palazzo Roccella.
Non fraintendete le mie parole, per chi non ci fosse mai stato il PAN è ubicato nel bellissimo Palazzo Roccella, un edificio del XVI sec., una struttura di tre piani composta da vari locali che nel complesso lo rendono un organismo perfetto per un centro culturale multifunzione, un tesoro, una perla ahimè non destinata alla sua funzione.
Il punto è questo, le fantastiche, emblematiche opere dell’artista fautore del movimento pop vengono, come altrettante opere di ugualmente eccezionali artisti e fotografi, completamente sminuite da allestimenti di bassa qualità e dall’incuria persistente della struttura. Fili pendenti e mancanza di igiene sono la base a cui si accompagnano imperfezioni di ogni genere e, nell’oltrepassate le porte delle sale espositive, si entra in un nuovo universo fatto di scarti, rifiuti e fatiscenza. Non entro in particolari perché è superfluo ma nell’abbandonare l’autocensura autoinflittami più volte nel recensire un evento al PAN, pongo un’unica domanda: perché?
Trattandosi di una struttura pubblica è evidente che il PAN soffra della pessima amministrazione campana ma pulizia, cura e accoglienza non sono di certo costi esosi e soprattutto trascurabili. Stesso discorso vale per il sito internet ufficiale che non offre nessun tipo di informazione, che è innavigabile ai più e che per quanto possa ricordare è stato rinnovato da pochi anni. Insomma, non voglio giungere a conclusioni affrettate e spero che ci siano interlocutori a cui giunga questo modesto articolo pronti a offrire a tutti noi una spiegazione a questo doloroso e costante spreco, ma mi permetto di insinuare che il PAN potrebbe offrire molto di più con piccoli interventi di logica umana.
Mi spiace molto non aver concesso spazio a Andy Warhol ma, in fondo, ho esaudito il concetto racchiuso nella sua celebre dichiarazione per la quale ognuno di noi nella vita avrà i suoi 15 minuti di fama, oggi è toccato al PAN.
Chiedo scusa all’amministrazione del PAN, perché temo di star sparando sulla Croce Rossa ma auspico che questo articolo possa svegliare loro, l’amministrazione pubblica campana e anche la cittadinanza napoletana che tuttavia già si esprime a riguardo.
Spero che presto qualcuno si accorga dell’emergenza del PAN che nessun catering rinomato e nessuna curatela importante può nascondere e che questo Peter PAN possa finalmente diventare grande.
Vetrine, Andy Warhol | sito