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Antonello Piccinino in arte Macs

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“I graffiti, come la street art, sono la forma d’arte più visibile, diretta e meno soggetta a censura che ci sia. Quindi perchè scrivere solo il mio nome, quando con i miei disegni, specie con i miei personaggi, posso lanciare messaggi o raccontare storie! Ogni muro, cabinotto elettrico, tela o qualunque altro supporto, è un posto dove poter lasciare un segno che colpisca chi lo guarda.” Antonello Piccinino, in arte “Macs” (www.aboutmacs.it) originario di Lanciano, oggi vive a Ferrara. E’ uno tra i più noti graffiti artist in Italia, e degno rappresentante della urban art italiana all’estero. Tant’è che a breve volerà a Sao Paolo do Brazil in occasione del Momento Italia Brasile 2011/2012. Come ci racconta lo stesso Antonello, “Io insieme ad Etnik, Corn79 e Mr Fijodor siamo stati chiamati in Brasile a rappresentare l’Italia con il linguaggio della street art. L’iniziativa è promossa dal MUBE (Museu Brasileiro da Escultura), e dall’istituto Italiano Di Cultura di SanPaolo. Tra le diverse opere che andremo a realizzare, ci sono un grande muro al MUBE ed un’altro grande muro al Centro Culturale della CPTM (la stazione principale di treni e metropolitane di San Paolo).

Macs - Freexpression - Ferrara

Per quello che riguarda il soggetto che rappresenteremo, non posso anticipare nulla!” Antonello Macs, graffiti artist, graphic designer ed illustratore, è un artista dal talento indiscusso e dallo stile inconfondibile. Abile soprattutto nella composizione di Characters, le sue opere sono riconoscibili nel mondo. Ciò che lascia letteralmente senza parole nell’osservare i suoi personaggi è la loro disarmante capacità espressiva: non solo sono belli da vedere, ma hanno molto da raccontare. Cifra espressiva che si raggiunge grazie alla raffinatezza delle linee, al sapiente uso dei colori nel comporre sfumature e chiaroscuri, a una particolare abilità nel riprodurre tratti e curvature espressive del volto e del corpo umani, mirando non tanto alla resa realistica del disegno, quanto caricando ogni linea di un particolare senso simbolico e sentimentale: ogni personaggio esprime a pieno, attraverso la distorsione dei suoi naturali lineamenti, quel che vorrebbe dire. Ma c’è dell’altro. Dev’essere il suo un particolare e raro talento, grazie al quale riesce a ricreare tra le strade e le mura degli ambienti urbani personaggi che parlano con i loro occhi, personaggi che arrivano subito al dunque, personaggi inconfondibili e sfacciati. E forse è proprio questo che lo distingue nell’intoppato panorama artistico attuale: i suoi personaggi non campeggiano per le strade delle città per semplice vezzo artistico, giusto per il gusto di sentirsi dire: quanto sei bravo! Al contrario, nascono sempre perché hanno qualcosa da raccontare, nascono in risposta ad uno stato di cose, per stimolare un pensiero negli osservatori, per costringerli a pensare e a farsi domande attraverso una rappresentazione che sia di impatto. Ed è questo l’unico gusto che si concede: quello di lasciarci tutti a bocca aperta.

Macs -  Funky Vibes - Roccella Jonica

Macs, oltre che essere un artista dal grande talento, è impegnato nel seguire diversi progetti volti all’organizzazione e comunicazione tra le varie realtà artistiche della nostra zona. Infatti è presidente dell’associazione Friends, l’Associazione Creativi Urbani d’Abruzzo. Come ci spiega Macs, “ogni regione ha le sue A.C.U. di riferimento. Questo permette di facilitare l’organizzazione di eventi tramite persone competenti, riconosciute a livello nazionale ed internazionale e con un ruolo attivo nel writing e nella street art, al fine di valorizzare l’arte urbana. Con Friends ho scritto il progetto vincitore del bando del Ministero della Gioventù per realizzare un grande evento artistico in Abruzzo, da cui è nato Teramo Urban Museum, di cui ho curato la direzione artistica. Ho anche realizzato eventi a Lanciano e Teramo, e collaborato ad altre manifestazioni a l’Aquila e in città di altre regioni.”

 

Sei stato autore e collaboratore di diversi progetti, dunque. Secondo te, nel momento in cui l’arte di strada torna “tra le mura domestiche”, ossia nel momento in cui opere di street art si trovano ad essere rappresentate in contesti organizzati, in un certo senso si sacrifica l’aspetto performativo dell’arte urbana?

 

Quando i muri legali erano ancora un’utopia, ho sempre cercato di esprimermi in modo da risaltare la dignità artistica di quelle forme di espressione che molte persone si limitavano a considerare un semplice atto di vandalismo. Ora è facile ottenere permessi per dipingere e questo, dal mio punto di vista, permette di sperimentare e realizzare pezzi che erano impensabili senza mezzi legali. Quello che viene sacrificato è il significato originale della street art e dei graffiti in particolare.” La strada è stata la tua scuola, o il tuo laboratorio creativo? Dove hai imparato a dipingere così? “La strada è stata prima la mia scuola, poi è diventata il mio “laboratorio”. Era il 1993 quando ho provato ad esprimermi con gli spray, non sapevo cosa nascondessero, per me era tutto sconosciuto! Non avendo riferimenti ho provato di tutto, dallo adattare i tappi dei profumi e dei medicinali, fino a modificare quelli di serie per avere dei tratti particolari. Con il tempo, la pazienza e soprattutto la determinazione, ho acquisito la tecnica per arrivare a buoni risultati. Anni dopo ho avuto l’occasione di partecipare ad eventi dove ho visto in azione grandi writers come Can2, Dare, Mode2.

 

 Macs - Sound of the Police - Mixed media on paper

 

Oggi sei famoso soprattutto per i tuoi Characters. Ma prima dei Characters cosa dipingevi? E come sei arrivato a questo tuo particolarissimo stile di pittura?

 

Nei primi anni novanta, in vari viaggi in Italia e all’estero con la mia famiglia, sono venuto a contatto con i primi veri graffiti, e da lì è stato amore a prima vista. Ho sempre avuto una grande passione per il disegno in generale e soprattutto per i personaggi, proiettando su muro ciò che prima realizzavo solo su carta, insieme al lettering, tag, trow up e tutto ciò che credo un writer debba fare per essere completo. Sono autodidatta e, anche se è stato impegnativo, l’assenza di una disciplina mi ha concesso la libertà di esprimere la mia personalità creativa. Senza schemi, non solo con gli spray ma anche con acquerelli, acrilici, olio, etc. Con il passare degli anni ho disegnato e sperimentato tantissimo, evolvendo il mio stile e la mia tecnica.

 

Recentemente, in diversi paesi che vivono situazioni più che difficili, per non dire catastrofiche, giovani artisti dipingono sui muri quello che pensano o quello che vorrebbero che fosse: la street art è diventata uno strumento di espressione e di comunicazione fortissimo.

 

Come dicevo prima è la forma d’arte globale più visibile, diretta e meno soggetta a censura che ci sia, è la voce del popolo. Questo è il suo punto di forza. Cito il titolo di una serie di raccolte di fotografie di Cippi Pitschen, una grande persona che ho avuto la fortuna di conoscere in Toscana, venuto a mancare da un paio di anni: “Muri bianchi, popolo muto”.

 

Se tu dovessi rappresentare con i tuoi characters la situazione attuale della nostra “povera Italia”, quale sceglieresti? Come la rappresenteresti?

 

Una bellissima barca piena di persone che purtroppo affonda. Per salvarla dovremmo alleggerirla un pò.. Buttiamo giù un pò di zavorra inutile. Tipo banche e politici.

 

Per saperne di più: aboutmacs.it

Testi di Ilaria Paluzzi.

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Questo è il suo articolo n°144

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