Antonio Cugnetto alla galleria Angel Art Gallery
Plastica riciclata, gommapiuma e poco altro. Sono materiali poveri e di facile reperimento quelli con cui Antonio Cugnetto racconta il suo punto di vista sull’uomo contemporaneo. Piccole sculture, leggere e apparentemente innocue come giocattoli, mettono in scena godibilissimi teatrini che hanno la freschezza di una vignetta schizzata a matita. I personaggi – stilizzati, fumettistici, quasi segnaletici con quella palla perfettamente sferica come testa – danno vita a situazioni surreali, vagamente disturbanti, con titoli enigmatici e dalle molteplici interpretazioni, che puntualmente lasciano nello spettatore un senso di inquieta incertezza. Un omino perplesso con in mano un mappamondo, un ragazzino con la coda e le orecchie da asino che interroga un abbecedario, un ferito bendato come una mummia in un letto d’ospedale, oppure un uomo che regge tra le braccia un bimbo. Situazioni e personaggi che si ritrovano anche negli elegantissimi quadretti, dipinti su supporto di tela imbevuta di caffè.