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Arcade Fire | Reflektor

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arcade fire - reflektor

Che gli Arcade Fire ci abbiano abituato a operazioni di marketing lo avevamo visto già con The Suburbs e l’ai tempi famoso sito “The wilderness downtown” per la canzone “We used to wait”. L’idea del sito interattivo con collegamento a tablet e smartphone per l’uscita di “Reflektor” mette sempre i canadesi un passo avanti nel saper fare pubblicità e creare aspettativa sul disco.
Aspettativa rovinata ahimè dalla canzone. Io sono una purista degli Arcade Fire, una di quelle che quando ha sentito la prima volta “The Suburbs” ha pensato: “Ma che è stammerda? Dov’è lo strazio?”.
Salvo poi riascoltarlo una seconda volta. A cui è seguita una terza, una quarta, una milionesima, stracciandomi il cuore ogni volta come solo loro sono capaci di fare.
Oggi vedo finalmente il video di presentazione del nuovo disco, dopo che tutti quanti i miei amici di Facebook ieri l’hanno postato inneggiando alla genialata. Dovevo sospettare qualcosa vedendo quanti e quanto hipster fossero a scrivere di loro. Non avevo mai letto così tanti commenti. Non sugli Arcade Fire. O perlomeno, non da questo genere di persone, che al massimo mi tacciano di essere una “indie di merda che ascolta gli Arcade Fire che sono presi male ecc ecc”.
Mi si è chiarito tutto dopo i primi 30 secondi del video, che sicuramente fa più presa su un certo tipo di pubblico a cui piace l’immaginario americano, nero anni 80, o ai seguaci momentanei dell’hype del giorno. Ho apprezzato molto l’idea, la realizzazione, l’essere all’avanguardia come sempre. Ma non il pezzo.
Avevo molte perplessità leggendo di James Murphy come produttore del disco, perché immaginavo una sterzata elettronica non da ridere. Mi sono rimaste tutte, anzi sono aumentate, ascoltando “Reflektor”. Da dove esce questa batteria alla LCD Soundsystem? Avrà un senso all’interno di un discorso più ampio come può essere il disco? Ho bisogno di una risposta perché al primo ascolto questa canzone non mi sta dando alcuna emozione. Sembra la versione banalizzata di un qualsiasi pezzo, con l’aggiunta di un irritante sax nel finale.
E torno a chiedermi: “Ma che è stammerda? Dov’è lo strazio?”.
Attendo il disco per poter dichiarare di essermi sbagliata, una seconda volta.

 

Qui beccati il video “interattivo”.
Quello qui sotto invece è quello ufficiale

 

 

 

Per saperne di più:
Arcade Fire | sitofacebook

 

Ti piace sta roba?
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music@ziguline.com

Noi ascolteremo ogni beat, sentiremo ogni singola nota
e magari ci facciamo scappare un Beans.

Claudia Losini

scritto da

Questo è il suo articolo n°175

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