Ariano Folkfestival, un’opera in sei atti
Il canto del cigno dell’estate arianese è un’opera in sei atti che porta il nome di Ariano folk festival. Martedì 18 agosto, ore 23.00, piazzetta Santo Stefano : “Overture”. L’organico è composto da un’ampia sezione di ottoni, percussioni e strumenti a corde; la cavea è gremita di gente, il pubblico è quello delle grandi occasioni: elegantissime signore in raffinati jeans stinti e preziose sneakers insabbiate aspettano ansiose l’apertura delle danze, mentre i signori sorseggiano e degustano calici di birra, bionda.
Una voce fuoriscena annuncia: “dirige l’orchestra il maestro DJ Shantel”. Applausi. E’ strano, questa frase risuona nelle orecchie dei più come un duplice avvertimento, annuncia l’inizio del concerto, dei concerti, della settimana più attesa dell’anno, dell’unico momento di scambio culturale, internazionale nella piccola realtà arianese, ma ha un retrogusto amaro preannunciando allo stesso tempo la fine delle vacanze estive. Ma siamo solo all’inizio. L’intimo e poco pubblicizzato rito propiziatorio del Folk Festival si trasforma in un evento vero e proprio, la location, un caratteristico scorcio al centro del paese, è una piacevole riscoperta per gli indigeni e una sorta di culla, intima e raccolta, ideale per l’accoglienza dei “forestieri” (ad Ariano si dice ancora così).
Shantel, dal look rigorosamente total white, è l’ambasciatore della serata, arianese di adozione (dovrebbe essere la sua terza partecipazione al festival), è il trainer perfetto, il preparatore coreutico (quindi atletico) e musicale del festival: due ore di bucovina sound, di ritmi gitani contaminati all’elettronica, di atmosfere balcaniche alla Kusturica, fomentano, surriscaldano, emozionano, liberano.
La sensazione è quella di partecipare alla cerimonia di apertura dei grandi eventi, il clima è quello delle grandi feste e ci si guarda negli occhi consapevoli che anche quest’anno sarà un grande Festival. Si risvegliano in questo martedì 18 le varie attività satellite del Festival: il cinezone, il volkscamp (il boschetto Pasteni adibito a campeggio e stage pomeridiano), il folkintour ( l’occasione, non solo per i turisti, per conoscere le bellezze della nostra terra) che esordisce con la performance di Don Pasta, e da domani sarà il turno del circuszone, dello spazio teatrale, di quello dedicato alla poesia. Mi viene da pensare “sembra perfetto…”, mi viene da dire “ lo è”. Conclusasi questa prima pre-serata, si torna a casa e mi pare di scorgere nelle stradine e nei vicoletti del paese, quelle signore che aspettavano trepidanti l’inizio della sinfonia iniziale; aguzzo l’orecchio più che posso per captare impressioni e commenti, ma tutto quel che riesco a percepire, tra una risata e l’altra, è “ disco disco Partizani…”. Il sipario cala e si cambia scena per l’atto primo, chissà cosa indosseranno domani quelle signore.
Per maggiori informazioni www.arianofolkfestival.it