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Attrazioni turistiche non convenzionali

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“Molta attenzione! Il carterista aspetta una tua distrazione per appropiarsi di quello che è tuo! Vigila le tue cose! “ Questo è più o meno quello che dice lo speaker della metropolitana di Barcelona (purtroppo non con traduzione in italiano) per avvisare i viaggiatori underground a tenere un atteggiamento di prudenza con le proprie cose durante il viaggio in metro. Dopo il Parc Güell e la Sagrada Famiglia, una delle attrazioni (non convenzionali) della capitale catalana è senza dubbio il carterista.

La parola carterista viene da cartera (portafoglio) ed è la parola spagnola per definire colui il quale non ti perdonerà la benché minima distrazione e si impadronirà del tuo borsellino o borsello, iPhone e magari pure la carta d’identità e ti farà passare una vacanza sui generis tra una visita al consolato e un’altra alla polizia. A spasso per la città catalana puoi trovarne sparsi qua e là, il problema è che, come diceva una famosa pubblicità di assorbenti degli anni passati, “Non si vede ma c’é!”. Loro si che ci vedono bene. Immaginatevi una scena tipo documentario di Quark, con il cacciatore mimetizzato nella giungla metropolitana che studia le mosse della propria preda “marsupiale” (ossia con marsupio). Stiamo parlando di frazioni di secondo e sono quelle che decideranno le sorti di una vacanza.

Il cacciatore aspetta che la preda metta il naso all’insù per contemplare una perla architettonica e proprio in quella frazione di secondo che le sue narici si sono sollevate verso l’alto, il cacciatore si avventerà su quella busta di compre che ha lasciato incustodita per circa 1.3 secondi, e che ti è costata un pomeriggio intero della vacanza.

Il carterista è sempre all’avanguardia con tutte le nuove grande scoperte tecnologiche. Se infatti s’impossesserà del tuo cellulare old fashion da quattro soldi avrà pena per te e te lo restituirà. Magari non con un gesto cavalleresco bensì tirandolo per terra con ribrezzo e borbottando “Guarda ‘sto pezzente con che cellulare ha il coraggio di venire in vacanza”.

Nella spietata applicazione della democrazia del furto il carterista non fa distinzioni di sesso, razza, etnia o religione, e se c’é un portafoglio da prelevare si avventa con l’istinto di un’aquila reale e la leggerezza di una farfalla. Il carterista può vestire come te, turista low cost, con polo e marsupio, ti potrebbe ingannare chiedendoti una innocente informazione con una cartina geografica in mano e tu magari gentilmente gliela dai pure la informazione, però poi ti giri e ti rendi conto che non hai più i tuoi soldi, ti giri un’altra volta per vedere dove sono andati i farabutti ma purtroppo sono già fantasmi dispersi per la città.

Di notte a noi cittadini del Bel Paese può capitare che venga applicato il “Il trucco di Materazzi” (che è ormai old school). Se vedono che sei italiano e alticcio ti entrano in maniera simpatica in gamba tesa stile ex difensore dell’Inter e tu che sei là un po’ spiazzato tra la gioia della vittoria del mondiale 2006, i fumi dell’alcol e cazzi e ammazzi che se non presti attenzione ti hanno già messo la mano in tasca per ripulire quello che ti è rimasto, forse pochissimo, della serata.

C’era una volta poi il ladro contorsionista, che si nascondeva in una valigia nel portabagagli degli autobus direzione aeroporto e che, una volta partito il mezzo, fuoriusciva dalla valigia e metteva mano nelle valigie altrui. Giusto per dire, che se ti eri salvato per tutta la vacanza, come nei grandi film americani, la sorpresa sopraggiungeva proprio all’ultimo. O all’inizio, dipende dalla direzione dell’autobus. Se c’è una persona che ti sta appiccicata in metro, occhio! Forse non è il tuo angelo custode.

 

Salvatore Cattogno

scritto da

Questo è il suo articolo n°28

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