Barcelona gastrochronicles | Sei proprio sicuro di sapere cos’è un Gin Tonic?
Sì oggi voglio farvi un altro pippone enogastronomico, ma vi assicuro che lo faccio per il vostro bene e se avrete la pazienza di leggere questo post per intero, alla fine mi ringrazierete.
Bene, il tema del giorno è un cocktail o meglio un long drink che conoscono praticamente tutti e che anche tu, come me, avrai bevuto più di una volta nella vita: il Gin Tonic.
La verità è che quello che fino ad ora pensavi fosse un Gin Tonic in realtà non lo è.
Sarà perché non sono nato in una grande città, sarà perché in tutti i bar che ho potuto frequentare nell’arco di un trentennio e passa nessuno di loro avesse alcuna nozione sull’argomento. Fatto sta che ho dovuto attende ben trentasei anni ed emigrare a in una città come Barcellona per rendermi conto della fregatura che mi era stata perpetrata per così tanto tempo.
Devo, come al solito, ringraziare il consiglio di un’amica che per la prima volta mi ha battezzato a questa nuova religione presentandomi quello che di li a poco sarebbe diventato il mio bar di riferimento a Barcellona.
Si chiama Pony Cafe, si trova in Portal Nou, non sarà più grande di 30mq, ti accoglie in una atmosfera lontanamente post rock ed una chiara ma non ostentata passione per il tatuaggio tradizionale.
Mi ricordo ancora quando la mia amica per la prima volta mi invitò ad andare in questo posto a bere un Gin Tonic, perché, come diceva lei, era la loro specialità. Lì per lì storsi un po’ il naso perché a me il Gin Tonic non piaceva, o meglio ciò che avevo bevuto fino a quel momento.
Il mio scetticismo su questa bevanda cominciò a crollare facendo spazio ad una incredibile curiosità non appena la ragazza dietro al bancone, Eva la proprietaria del Pony, ha dato inizio ad un vero e proprio rituale per la realizzazione del nostro cocktail.
Mi si sono praticamente stampati nella testa i singoli e meticolosi passaggi necessari alla preparazione del Gin Tonic. Il raffreddamento del bicchiere mediante la rotazione del ghiaccio, l’eliminazione dell’acqua in eccesso, l’aromatizzazione del bicchiere, la miscelazione lenta ed accurata della tonica al gin. Più guardavo la tipa all’opera e più mi rendevo conto di quanto fossi ignorante in materia, fosse solo per il fatto che ci fu chiesto se avevamo qualche preferenza in merito al Gin.
Io fino a quel momento nemmeno sapevo che esistono quasi trecento marche diverse di Gin e un bar che prepara Gin Tonic deve avere una selezione di almeno una ventina di Gin differenti. Per non parlare dei vari tipi di tonica con cui il Gin Tonic può essere preparato, ma questa è roba per addetti ai lavori.
Comunque, torniamo al Pony, passarono circa dieci minuti prima che i nostri bicchieri fossero pronti per essere assaggiati. E solo a ripensarci sento ancora il profumo del lime risalire dal bicchiere e solleticare le narici che per la tanta eccitazione già avevano inviato al cervello un chiaro messaggio d’allerta: fai alzare il bicchiere ed avvicinalo alla bocca, ora!
Ed ecco la sorpresa rivelarsi in tutto il suo sapore, un sorso frizzante, fresco e sorprendentemente aromatizzato prendere il controllo del palato e dei centri neurologici che controllano il il piacere.
Sorso dopo sorso realizzavo di aver fatto una grande scoperta, che quello sarebbe stato solo il primo di una lunga serie di Gin Tonic e che da quel momento in poi avrei trattato questa bevanda con il massimo del radicalismo ed ortodossia. Col Gin Tonic non si scherza più.
P.S. Giuto per evitare di fare la figura dei pivelli, se entrate in un bar specializzato in Gin Tonic, sappiate che può essere preparato in decine e decine di varianti. In base al Gin che scegliete vi potrà essere proposto un abbinamento con diversi tipo di aromi, frutta e spezie. Se non avete le idee chiare affidatevi al consiglio del Barman, magari chidendo il Gin Tonic che lui beve abitualmente. Se ci tiene alla reputazione difficilmente vi rifilerà una fregatura. Almeno con me ha funzionato.