Barcelona gastrochronicles | Vogliamo parlare di gelato?
E parliamo di gelato. È inutile dirvi che sono un estimatore di questo prodotto e come tale per me non vale il detto “un gelato vale l’altro”. Potrei montarvi un pippone infinito solo per avermi rifilato un gelato che voleva essere artigianale ma che nelle migliori delle ipotesi sa solo di zucchero e qualche lontana nota di aromatizzanti industriali.
In Spagna il gelato non gode della stessa popolarità che in Italia. A Barcellona è facile accorgersene perché è un prodotto prevalentemente ad uso e consumo dei turisti. Le gelaterie abbondano nel circuito vacanziero, ma già se ci si sposta verso le zone più residenziali trovare una gelateria decente comincia ad essere complicato.
Qui ovviamente il “gelato italiano” o presunto tale gode di un grande fascino, come del resto tutto ciò che ha a che vedere con la ristorazione. Pertanto delle tre gelaterie che trovi nel quartiere due ti promettono il vero gelato artigianale italiano. Io ho imparato che quanto più è ostentata la presunta origine Italiana tanto più forte è il rischio di beccarsi una fregatura.
Ora non voglio dire che qui non ci siano delle buone gelaterie, dico solo che molte “ce stanno a provà” col volerti vendere ciò che non in realtà non hanno.
Io la mia Gelateria l’ho trovata e non ha niente a che vedere con l’Italia. Si chiama Vioko, è spagnola e fa un gelato buono da far piangere.
Più che una gelateria è la gioielleria del gelato. Tanto per cominciare è un posto in cui sarò entrato non più di cinque volte e per due ragioni molto semplici. La prima è che durante la stagione estiva c’è sempre una maledettissima fila di gente – per lo più turisti – che incuranti del sole attende in religioso silenzio il proprio turno. Ormai s’è sparsa la voce e tornarsene al proprio paese senza aver assaggiato questo gelato è un po’ da sfigati.
La seconda ragione è che il gelato da loro non è così a buon mercato. Per un cono con un paio di gusti ci vogliono quasi cinque euro e, per quanto siano meritati fino all’ultimo centesimo, prima di farti passare lo sfizio ci pensi su un paio di volte.
Arriviamo a bomba. Cosa c’ha di speciale sto gelato. Tanto per dirne una preparano ben trenta gusti differenti che vanno dal classico cioccolato al mojito, dalla fragola al whisky con le noci, dal pistacchio alla violetta, dal lampone con le rose alla crema catalana e mi fermo qua.
La cosa che ti lascia praticamente con la lingua a terra è che ogni cavolo di gusto sa esattamente di ciò che deve sapere. Oggi ho assaggiato il mojito. Giovani! quando ho finito il gelato mi sono chiesto come mai non ero ubriaco. A parte il fatto che sembrava davvero di sorseggiare un mojito (di quelli seri) ma la cosa che davvero ti lascia con la lingua a terra è il sapore della menta fresca.
Così buono che sembrava che l’avessero raccolta cinque minuti prima di serviti. Cremosi come un vero gelato dovrebbe essere, i gusti sono decisi ed equilibrati nella loro note aromatiche, il tutto servito su di una cialda degna di un gelato di primissima qualità. Ora mi raccomando, se venite da queste parti non fate come il 99% dei turisti che finiscono da “Dino – gelato italiano”.