Beans | I Soft Moon per la preview di Zanne Festival
Ho da sempre avuto un particolare legame con la luna e ne ho sempre subito il fascino. Attraverso le sue fasi cresce timidamente e si ritrae con discrezione dopo essersi mostrata per una notte in tutto il suo splendore “illuminando il cammino dei viandanti”. La luna è una compagna fedele, è sempre lì in alto e anche quando non la vedi sai che cercandola con il naso all’insù prima o poi ne scorgerai uno spicchio. Mi raccontarono una volta di due persone che negli anni ’50 partirono su una di quelle navi che vediamo nei filmati in bianco e nero quando ci raccontano delle migrazioni verso la fortuna di altri continenti. Due persone che si trovarono nella cabina di una nave, uno di loro era un ricco neozelandese laureato in legge a Londra che tornava a casa fiero di sé, l’altro era un umile provinciale del sud Italia che invece lasciava la sua casa non con fierezza, ma con paura e incertezza. Passarono il loro primo giorno da compagni di viaggio seduti l’uno di fronte all’altro scrutandosi come due animali prima di uno scontro. Dai loro sguardi capirono però che potevano fidarsi. Non comunicavano perchè parlavano due lingue diverse. Arrivata sera dopo cena, sul ponte della nave guardavano il cielo. C’era la luna piena. Erano entrambi con il naso all’insù, il neozelandese ruppe il silenzio impotente di una giornata rivolgendosi al contadino italiano dicendo “look at the moon”. Diventarono amici e lo rimasero per 40 anni. Il lato morbido della Luna!!!
Coincidenza curiosa, anche ora mentre scrivo queste righe c’è la luna piena e quale momento migliore per parlare di una band che si chiama The Soft Moon. Non solo per il nome ma per le caratteristiche della loro musica. Altra coincidenza è il fatto che io stesso prediligo questo tipo di sonorità.
La musica dei The Soft Moon è intimista e aggressiva, è timidamente soave ma schiaffeggia con la sua elettronica. Incamera i suoni della dark-wave dei The Cure e quelli industrial dei Nine Inch Nails. Decadentismo e malinconia unite ad energia con scatti di rabbia specialmente nell’ultimo disco Deeper, in canzoni come Black. Tre album in carriera, l’ ultimo dei quali è uscito proprio qualche mese fa. Se dovessi fare un paragone con un disco del passato direi Black Celebration dei Depeche Mode non solo per le sonorità ma anche per testi e soprattutto atmosfera.
La voce di Luis Vaquez aumenta ancora di più l’enfasi della ricerca della luna in questo viaggio intimista che è Deeper. La luna, il viaggio, la diversità e le contraddizioni. Manca una cosa per ricongiungere la seconda parte di questo articolo al racconto dei naviganti di cui parlavo all’inizio: la nave.
In realtà no c’è anche quella, o meglio ci sarà perchè dovrete prenderla se non volete perdervi la prossima data italiana dei The Soft Moon. Suoneranno infatti a Catania il 20 giugno nella preview dello Zanne Festival 2015 che si terrà il prossimo mese. Personalmente ho visto questa band due volte, ultima delle quali proprio qualche giorno fa al Primavera Sound di Barcellona e vi consiglio di non perdervela. I loro live sono davvero intensissimi.
Quindi prendete quella nave per Catania, chissà magari ci sarà la luna piena e qualcuno che incontrerete durante il viaggio che ve la indicherà, diventerete amici e salterete insieme sotto il palco durante il concerto siculo. Look at the moon and listen to The Soft Moon.
Zanne Festival | sito
The Soft Moon | sito
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Noi ascolteremo ogni beat, sentiremo ogni singola nota
e magari ci facciamo scappare un Beans.