Beans | Migration, l’ultimo album di Bonobo
Bonobo è tornato con il suo sesto studio album, Migration. L’artista di casa Ninja Tune durante gli anni, si è ritagliato un posto di tutto rispetto nell’élite dell’elettronica (con Black Sands e The North Borders in modo particolare), sorprendendo tutti per la capacità di saper coniugare generi e stili di continuo. La migrazione di cui parla in questo disco è il simbolo dei tempi in cui viviamo e dei suoi cambiamenti, che hanno ispirato l’artista britannico nella realizzazione della nuova creatura.
Tra ritmiche tropical e alcuni voli pindarici a metà tra ambient e chillwave classici del suo stile, Bonobo ha disegnato un percorso che ci rimette nella carreggiata delle emozioni di cui c’eravamo abituati nei suoi precedenti lavori. Spiccano i featuring, tra cui quello con Rhye in Break Apart (probabilmente la miglior traccia) e con Nick Murphy (ex Chet Faker) in No Reason, ballata elettronica che evade invece dagli schemi più usuali. “7h Sevens”, “Outlier” e “Grains” sembrano i picchi più sperimentali, ognuna con un filo conduttore diverso ma che rimanda sempre, in qualche modo, alla migrazione sonora. Migration (la title track) e Kerala, infine, azzeccano in pieno quello che è il dictat del Bonobo-pensiero traslato in musica: un jazz moderno ai confini con l’intelligent dance music, tra spazio e tempo senza confini prestabiliti.
Il ritorno di Simon Green è su standard molto alti, mette d’accordo tutti e ammalia anche i palati più scettici. Di musica di questa qualità ne avremo sempre bisogno.
Testi di Giovanni Coppola.
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e magari ci facciamo scappare un Beans.