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Benvenuti nel favoloso mondo di Valentina Brostean

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Qui a Torino c’è un’isola felice per gli street artist di tutto il mondo: la Galo Art Gallery, che con le sue mostre mensili fa respirare l’arte contemporanea a chiunque sia interessato, innaffiando il tutto con del buon vino. Galo è un’icona e grazie a lui e alla sua iniziativa scopri spesso e volentieri perle nascoste, come nel caso di Valentina Brostean, in mostra insieme a Kraser per tutto il mese di marzo. Se passate per via Saluzzo 11 entrate e perdetevi nel surrealismo pop, nei colori fluo e negli animali al limite del fantasy di Kraser e nelle bambole di Valentina, che ho avuto il piacere di intervistare per l’occasione.

Valentina, nasci a Novi Sad, ti sposti negli Stati Uniti, arrivi a Torino. Come ti trovi in questa città?

 

Sono qui da davvero poco tempo, 4 mesi approssimativamente, che è veramente un periodo molto breve per averne una vera impressione. Per quel che posso dirti Torino mi ricorda un po’ la mia città natale Novi Sad: quando scendo verso il Po e guardo dall’altra parte delle rive ho la sensazione di essere a casa e considerando che è stato l’amore a portarmi qui posso dirti che non c’è posto migliore per vivere. Quando ho dovuto decidere dove andare ho semplicemente scelto l’amore più che l’ambizione personale: non so quanta opportunità ci sia per il tipo di arte che faccio, tenendo conto che traggo ispirazione dal surrealismo pop nato in America 15 anni fa probabilmente qualcuno qui potrebbe vedere le mie opere come strane e troppo nuove. D’altro canto ci sono molti giovani artisti e questa è una cosa molto positiva.

 

Il tuo percorso artistico come nasce? Quando inizi a dipingere e disegnare?

 

Ho dedicato tutta la vita all’arte, penso di essere nata ed aver vissuto sempre con la passione verso di essa. Ho iniziato in modo serio a svilupparla frequentando l’Accademia delle Arti a Novi Sad, nel dipartimento di design grafico e successivamente con una specializzazione in Illustrazione. Proprio durante questo master ho pubblicato un libro con più di 100 illustrazioni, una cosa di cui vado molto fiera, che si intitola Why ladybirds eat people?. Ho lavorato poi come assistente sempre presso l’accademia e mi sono aperta anche verso l’illustrazione digitale così come ai progetti di design commerciale. A poco a poco ho avuto anche varie opportunità per esporre, ho viaggiato molto e con tutte le esperienze raccolte ho deciso di darmi alla pittura e alle esposizioni.

I tuoi dipinti sono grotteschi, surreali, al confine tra la favola e un inquietante incubo.

 

A me piace sempre dire che sono felice perchè sono riuscita a salvare la piccola bimba che è dentro il corpo di qualunque adulto. Sono molto sensibile, emotiva, persa nei miei sogni a occhi aperti: osservo molto, cercando di raccogliere le risposte a proposito di questa vita che stiamo vivendo, quali sono le prospettive e le dinamiche, come funzionano le relazioni tra le persone, pensando all’intero spettro di emozioni positive e negative. Per questo il mio lavoro è così pieno di contraddizioni: da un lato vedi la bellezza e l’innocenza, personaggi presi dalle favole e molta luce, dall’altro grottesche e mostruose figure delle tenebre. Sono semplicemente tutte metafore di noi stessi. Ovviamente la mia è una visione soggettiva dei miei sentimenti e della maggior parte delle esperienze che ho vissuto.

 

Se guardiamo attentamente le tue opere sono ricche di particolari che riempiono lo sfondo, sono piccole gocce, chiavi, uccellini che diventano una grande “carta da parati” riempitiva ma scompaiono se guardati da lontano. Hanno un significato preciso?

 

Amo questi piccoli segreti sullo sfondo, questi piccoli dettagli sono preziosi perchè comunicano con i personaggi principali. Mi piace mettere diverse specie di piccoli uccelli, fiori, rami o piante: per me è molto importante, mi piace vedere i miei personaggi in forte relazione con la natura, rapporto che al giorno d’oggi non è abbastanza apprezzato. D’altro canto anche la natura molte volte è pericolosa così succede che alcuni di quei piccoli oggetti si trasformino in metafore di paure e pericoli nascosti; lo stesso vale per la pioggia: c’è una frase che dice che “tutto va meglio dopo la pioggia”, così sto usando quelle come un simbolo di speranza, nuova vita, cambiamenti positivi.
La chiave invece è sempre una soluzione, una risposta: le chiavi sono porte aperte, che ti danno una risposta. Comunque tutti i dettagli possono essere interpretati in modo completamente differente dall’occhio dell’osservatore e del critico.

Ho apprezzato molto le tue opere, in particolare quelle dalla tua raccolta Stories from a Neverland, come DreamCatchers e Satori. Sono quasi monocromatiche nonostante utilizzi molto rosso, ocra e nero e c’è questo protagonista assoluto che ti guarda con occhi ciechi ma indagatori, mi hanno colpito tantissimo. Vorrei saperne un po’ di più.

 

“Satori” è un obiettivo spirituale del Buddismo Zen, è un momento di illuminazione e rivelazione intima che ti fa raggiungere i punti più alti nella scala dell’anima. É il flash dell’improvvisa consapevolezza, un’esperienza intuitiva. La sensazione di Satori è che lo spazio infinito, l’anima e l’universo si siano riuniti in un raggio di luce eterna; ci sono anche queste piccole creature, che circondano i miei personaggi aiutando e aspettando di vedere cosa succederà.
“Dream Catchers” è la storia di due creature in un’alba quieta, dopo una lunga notte. Stanno seduti senza sonno con grandi occhi pieni di speranza, cercando di afferrare i sogni perduti con una grande macchina rotta per metà che uno di essi sta tenendo con la mano. Loro possono essere chiunque di noi: siamo tutti alla ricerca di qualcosa, che sia un sogno perso, o speranze che se ne sono andate, o qualche paura che vogliamo nascondere o delusioni che vogliamo oltrepassare.

 

Dobbiamo aspettare nuovi progetti ora?

 

In questo momento sto lavorando alla sezione finale di una nuova serie intitolata Last drop of innocence per la mia personale in aprile alla Dorothy Circus Callery di Roma, che posso dire essere il tempio contemporaneo del surrealismo pop europeo e sono molto onorata di presentare il mio lavoro lì. Ho anche altri progetti per l’estate, ma per ora il lavoro alla Dorothy è il mio impegno principale. Quindi il pubblico italiano può aspettare nuove e interessanti opere molto presto!

 

Per saperne di più:

http://www.valentinabrostean.com/
http://www.etsy.com/shop/valentinabrostean
http://www.behance.net/valentinabrostean

Claudia Losini

scritto da

Questo è il suo articolo n°175

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