Bienoise, un italiano a Tokyo
Produttore di musica elettronica, organizzatore della prima edizione del festival NeXTones e di tanti altri eventi, co-fondatore dell’etichetta Floating Forest Records, Alberto Ricca, in arte Bienoise (dalla sua città natia, Bieno) ha avuto l’onore, tra gli altri, di partecipare all’edizione 2014 della Red Bull Music Academy, che si è tenuta a Tokyo. Amando spassionatamente la città, ho colto l’occasione al volo per farmela raccontare un po’ e per aggiornarmi sulle produzioni di questo torinese a cui Red Bull ha messo letteralmente le ali ai piedi.
Bienoise, come sei arrivato alla Red Bull Music Academy? Classica domanda da vincitore di Miss Italia: ti saresti mai aspettato di entrare?
Fare musica elettronica e non accorgersi del lavoro di Red Bull è difficile anche per uno come me, da lì a desiderare di partecipare alla Academy il passaggio è stato breve. Non nego che la speranza avesse delle basi ragionevoli: mi riconoscevo nel candidato ideale, indipendentemente dal valore di ciò che faccio, e nell’importanza data alla collaborazione tra i partecipanti ed alla trasversalità delle influenze. Trovo non si possa parlare di “vittoria”, però: non è una competizione, ed a Tokyo non c’erano “i più bravi” – che è un concetto che non ha molto senso parlando di produzioni artistiche.
Com’è stata l’esperienza all’Academy? Gli incontri più interessanti?
È stato tutto perfetto ed incredibile, coccolati ed immersi nella nostra musica 24/7. Ogni incontro, dalla lecture di Ryoji Ikeda fino alle chiacchiere casuali con i giornalisti pakistani durante il pranzo, mi ha lasciato moltissimo. Ho già detto molto sulle lectures, quindi mi preme invece raccontare il clima amichevole e casalingo, la disponibilità di chiunque, ad ogni ora del giorno e (soprattutto) della notte, di fermarsi a fare due chiacchiere e raccontare qualcosa di sé. Trovo sia brillante e istruttivo il modo in cui tale clima è stato creato, annullando la competizione a favore di un rilassato ma vivace clima di collaborazione. Insomma, no ai concorsi musicali.
Italiani all’estero. So che hai trovato Earthquake Island, che vive là. Serata tra colleghi?
Non solo lui, ma anche Andrea Bianchi dei 12 Inch Plastic Toys – curioso, perché il remix che avevo fatto per loro aveva l’etichetta “annunci nella metropolitana di Tokyo”, nella mia testa. Annunci che tra l’altro sono anche molto diversi da come li immaginavo.
Sono stati entrambi gentilissimi a sfidare gli orari dei trasporti pubblici per venirmi ad ascoltare nella serata all’Aoyama Hachi (quella con Ben Ufo e un sacco di altri partecipanti), ma i tempi folli della Academy hanno impedito l’ovvia sushiata programmata. Ci rifaremo coi bucatini cacio e pepe!
Ma parliamo del motivo per cui ti ho intervistato: Tokyo. Com’è la città? Come ti è parsa, nonostante il poco tempo per lo svago che ti ha riservato il soggiorno?
Ordinatissima, ma affollata ben oltre la mia sopportazione. Ho visitato quasi solo Shibuya, e sono comunque molto indeciso sull’architettura: non è una città oppressiva, ma la varietà delle facciate è quasi schizofrenica (per quanto utile a non perdersi), e domina un nitore strano delle linee, molto diverso da quello cui siamo abituati; credo che tutto ciò si rifletta anche sugli (o sia riflesso degli) abitanti, ma Shibuya non è Tokyo.
Quali sono le stranezze più belle che sei riuscito a cogliere? So che purtroppo non hai partecipato a nessun karaoke. Peccato. Qualche aneddoto interessante sulla città e i suoi abitanti?
Quello che hai sentito dire sui giapponesi è vero: sono gentilissimi ed ordinati, sempre in coda per qualcosa. Ho visto code chilometriche fuori dal regno del popcorn o qualcosa di simile, ed il sovraffollamento provoca fenomeni bizzarri come folle oceaniche di fronte ad un ubriaco che canta White Christmas in piedi su una cassetta.
Purtroppo non si fuma per strada ma si fuma nei locali, quindi potete immaginare lo stato dei miei abiti dopo due settimane di clubbing.
Ultima domanda sul Giappone: i famosi water. Spero che tu ne abbia filmato uno.
Io no, perché la vera esperienza è usarne uno – ma eviterei di dilungarmi a riguardo in una intervista ufficiale. La mia amica Ipek però ha fatto un video straordinario di una batteria di toilette che sollevano l’asse all’arrivo di un utente, puro cyberpunk.
Cosa ti porti a casa da questa esperienza alla Red Bull Academy?
Una serie di confusi sentimenti positivi che districherò con molta fatica, e che comprendono la piacevole sensazione d’aver vissuto una Tokyo che nel suo piccolo non esisterà mai più per nessuno, e la sicurezza che a qualcuno importa di ciò che faccio. Bei souvenir insomma, che stanno già cambiando il mio approccio alla produzione.
Bienoise cosa ci regalerà nell’anno nuovo?
Grazie per avermelo chiesto. Attualmente sul mio hard disk risiedono: 2 EP belli e chiusi, 2 assurdi in lavorazione, un album intero di un progetto in duo totalmente nuovo che non vedo davvero l’ora di far uscire, più diversi remix ed una colonna sonora. Sto anche pensando di far uscire un director’s cut di Sono una Teiera Tonda Tonda, ma dipende sostanzialmente dal tempo che potrò spenderci. Comunque di regalato non c’è niente – a parte quel che pubblichiamo con Floating Forest.
Le immagini sono di Alberto Ricca e relative al suo viaggio in Giappone per Red Bull Music Academy.
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