Boobstagram la sa lunga
Domanda numero uno: chi non conosce Instagram o non ne ha mai sentito parlare? Una delle aziende del web più in crescita dell’ultimo anno. Tanto da raggiungere i 15 milioni di utenti e attirare le attenzioni del boss Zuckerberg che ne ha aquisito la maggioranza per un miliardino di dollari. Sì? No?
Domanda numero due: Chi non ha mai sentito parlare di sexting? Nell’America del web 2.0 e del dopo 11 Settembre i migliori ricercatori e scienziati sociali si affannano a problematizzare i comportamenti delle persone ed alimentare i timori apocalittici che ci angosciano in un mondo in cui sembra che tutto vada per il verso storto. Siamo disorientati, amorali, malati, irrispettuosi del prossimo. E adesso addirittura usiamo la tecnologia per mettere in rete foto a sfondo erotico dei nostri corpi denudati? E vai con le ricerche accademiche, i sondaggi d’opinione, tutti ad interrogarsi per quale ragione questi giovani teenagers 2.0 hanno tanta voglia di condividere aspetti così intimi delle loro vite. Insomma roba che a Giovanardi farebbe letteralmente rizzare le sopracciglia.
Adesso prendete questi due trending topic, mixateli fin quanto potete e immaginate di tirarne fuori qualcosa di positivo. Sì, positivo, non apocalittico, non distruttivo, ma qualcosa che aiuti le persone a vivere meglio la loro vita e, si spera, in modo più salutare.
L’idea è di due francesi: il sociologo Lionel Pourtau e un non meglio identificato Julien GLT ed è stata messa in rete da circa due mesi. Si chiama Boobstagram. Avete letto bene: Boobstagram. Questi due simpaticoni sono riusciti a mettere insieme due tendenze evidentemente trendy del nostro modus vivendi contemporaneo: diciamocelo chiaramente, da quando Youtube e i social network ci hanno dato la possibilità di essere visibili e ricercabili dal “mondo della rete”, è germogliato in noi un altro bisogno (come se non bastassero i tanti che già avevamo!) ci piace assai fare le foto e attendere speranzosi gli ammirevoli commenti di chi le guarda, fare i video e sentirci un po’ Kubrick con la Steadycam in mano che parla con Jack Nicholson, insomma l’io predomina ed è motore di tante delle nostre azioni. Questi comportamenti, si sa, evolvono in qualsiasi direzione e succede che c’è chi non sa fotografare, né montare, né girare, ma ha un gran bel sedere e, per gioco o per tentare la fortuna (ognuno è padrone dei propri mezzi di produzione!), mette online le proprie grazie. E di gente che usa il web in questo modo ce n’è a bizzeffe. Dall’altro lato c’è chi sa fare belle foto, magari è un po’ hipster, ma soprattutto ha uno smartphone e si collega con questo magico device a internet.
Boobstagram ambisce a coinvolgere in modo creativo noi giovani internauti, ma per reindirizzare le nostre aspettative e spingerci a riflettere su tematiche che generalmente ci vengono presentate al TG2 Salute da Luciano Onder: il cancro al Seno. Allora bando alle ciance, non siam qui a divagare, il sito è www.boobstagram.fr e se volete partecipare è molto semplice, basta inviare una foto del vostro seno e tenere ben presente che “mostrare le tette su internet è bello, ma farle vedere al dottore è ancora meglio”. Insomma, se il vecchio motto “prevenire è meglio che curare” non vi ha mai convinti, questo progetto ha le carte in regola per ribaltare il vostro giudizio sui luoghi comuni e sulla prevenzione. Ed è questo il punto: vogliamo sapere cosa ne pensate. Siete d’accordo? Secondo voi funzionerà? O forse non ne sentirete mai più parlare?
Testi di Sebastiano Carbone.
Per saperne di più:
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Twitter: @boobstagram