Buoni e “fetenti” propositi per il 2016
Come ogni altro uomo o donna sulla faccia della Terra, consapevolmente o meno, a dicembre ci ritroviamo a pensare “dal 1 gennaio farò così…”. Anche in redazione, a modo nostro, l’ho abbiamo fatto ma per essere più realistici ci siamo presi 31 giorni per capire bene cosa ha in serbo per noi questo 2016. Dato che, come da quando sono presente sulla faccia della Terra, ogni anno è (quasi) uguale al precedente abbiamo deciso di esprimere oltre a un buono proposito da catechismo, il vero proposito fetente che ci spinge ogni giorno a svegliarci e ad affrontare uno ad uno i 365 giorni (quest’anno 366) che ci separano dal prossimo elenco di buoni propositi.
Senza dilungarmi troppo vi lascio a quello che sarà il buono e, sopratutto, il “fetente” proposito per questo 2016 per alcuni di noi.
Il Grande Capo
Riportare a tutti i costi la pace nel mondo, ma dato che sono un anonimo e sfigato capo redattore fantasma di questa webzine mi andrebbe bene anche diminuire il numero di sigarette.
“Chiavare” come un riccio e fottersene di tutto e tutti.
Evitare cibi grassi e fritti (una delle poche gioie della mia vita), curare la mia persona e dedicare almeno un’ora alla settimana a qualche dannato strumento ginnico per togliere quell’odioso rotolo di grasso che mi accompagna da qualche anno.
Tentare ogni strada, lecita e non, per fare soldi a palate al fine meno nobile di fare un po’ quello che cazzo mi pare e piace e sentirmi libero di spendere denari per ogni futile cosa che mi circonda.
Compiere le promesse fatte a Maria, migliorarmi ogni giorno come persona, difendere il Sud e le Isole con tutte le mie forze.
Imparare a mandare più gente a fanculo senza troppi sbattimenti e guardare tutti male quando sto per strada.
Contare fino a dieci, forse dodici, imparare ad aspettare e tergiversare prima di cedere alle telenovelas mentali. Prendermela di meno, sbollire prima, scottarmi di meno.
“Chiagnere” di più, per fottere chi ride.
Circondarsi di Bellezza pura, che siano cose, situazioni, persone, idee o principi, in tutte le accezioni possibili del termine.
Ricordarsi di riconoscere in tempo i picchi acuti delle sindromi di Candy Candy, Bella Addormentata, Biancaneve, Wonder Woman eccetera per evitarne i relativi effetti nefasti sulla propria vita. In parole povere imparare l’arte del “pararsi il culo” e limitare l’autolesionismo eroico a campi ristretti. Nonostante sia estremamente bello, ovvio.
Stefano
Imparare a suonare sta cazzo di chitarra, mangiare più salutare, imparare a parlare inglese con accento British, specializzarmi in calligrafia, specializzarmi nel mio mestiere, eventualmente non morire o ammalarmi gravemente.
Qualche vaffanculo in più non guasterebbe (non gratuiti sia chiaro). Qualche storia di solo sesso e mancanza di compassione neppure (nell’eventualità che per qualche motivo dovessi ritrovarmi single). E per gli amici che fanno un po’ gli stronzetti due paroline sornione per rimetterli in riga. Pisciare in bocca a Donald Trump.
Ascoltare più musica, e smetterla di dimenticare le emozioni che mi riesce a trasmettere. Scrivere bene, scrivere meglio, e di più. Dire di no. Di più. Divertirmi, quello molto di più.
Mettere in riga chi se lo merita, ignorare chi se lo merita, abbracciare chi se lo merita. Riuscire a vincere dei soldi per andare a quel cazzo di Primavera Sound.
Lavorare di meno ma guadagnare di più. Fare quel viaggio in sud America. Imparare a suonare l’ukulele.
Cominciare a drogarmi una buona volta. Mandare a fanculo la paranoia.
Ora tocca a voi dirci qual è il più fetente dei propositi per questo 2016.