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Lovers (Cement Age), Carlos Atoche per Boca Contest Art

Qualche mese fa vi avevo parlato di Boca Contest Art, un progetto atemporale che da tre anni porta l’insolito a Bonito, piccolissimo centro urbano irpino. Per insolito intendo la street art, e voi direte “vabbè la street art non è mica così insolita” ed è anche vero, ma la street art tre anni fa (prima della sua incontrollata esplosione mediatica) era insolita e lo era ancor più qui giù. Inoltre, per chi non lo sapesse, Bonito ospita già le opere di Diego Miedo, Arp, Nemo’s, Bosoletti e Collettivo FX, e il Boca compare tra i promotori di New Wall, l’opera realizzata quest’estate da Millo alla Stazione ferroviaria di Avellino.

ph. Salvatore Curcio

Qualche giorno fa si trovava a vagare da queste parti Carlos Atoche, artista peruviano che dal 2003 è romano d’adozione, e subito i nostri amici di Boca lo hanno intercettato e invitato a dipingere. L’invito come spesso succede ha creato un’amicizia, e i ragazzi hanno passato un’intera settimana a dipingere, condividere e conoscersi meglio.

ph. Salvatore Curcio

Io Carlos l’ho conosciuto davanti a una pizza e questo, al paese mio, è sempre un buon inizio e poi ho seguito lui e il collettivo Boca nella loro avventura. Nel centro storico del paese è comparso un nuovo murale ispirato dalla sua stessa collocazione. In una piazzetta, dove decine di alberi sono stati decapitati per far spazio alla civiltà (le radici potenzialmente nocive per impianti e strutture vicine), compare ora Lovers (Cement Age) una pittura dal sapore greco che ricorda i tronchi mozzi degli alberi e si ispira al gruppo dell’Ephedrismos, una scultura del III secolo a.C. che dovrebbe essere custodito nel Museo dei Conservatori di Roma. La statua è appunto la riproduzione dell’Ephedrismos, un gioco fanciullesco risalente all’Antica Grecia, che consisteva nel cercare di colpire un sassolino ritto con un altro sasso. Chi perdeva pagava penitenza e doveva arrivare fino alla pietra detta “limite”, portando sulle spalle il vincitore che nel frattempo gli copriva gli occhi.

ph. Salvatore Curcio

Con tonalità neutre l’artista ha raccontato un piccolo pezzo di storia locale, una storia di quelle che non vanno sui giornali ma che per un piccolo territorio o una fetta di comunità hanno un grande valore. Forse commosso dalla strage verde, ha associato i due corpi acefali alle sensazioni che gli rimandava quel luogo dove le aiuole che contenevano gli alberi si sono convertite per esigenze più terrene in semplici cumuli di cemento.

ph. Salvatore Curcio

Carlos Atoche ha un trascorso legato allo studio dell’arte, prima a Lima e in seguito a Roma, dove si è trasferito proprio per frequentare l’Accademia delle Belle Arti e respirare la magia delle strade della “città eterna”, nella quale arte e architettura di ogni epoca hanno velocemente influenzato la sua produzione artistica. Le sue opere sono per lo più stimolate dall’arte classica, da quella rinascimentale e greca e i suoi soggetti arrivano da questo universo e da quello delle stelle. Dipinge su tela e altri supporti ed è un esperto di lineografia. Al centro del suo mondo, inoltre, si trova spesso il rapporto dell’uomo con l’universo con la sua tendenza all’antropocentrismo.

Ph. Salvatore Curcio

Trovo molto interessante il processo creativo che dà vita alle opere di Carlos, il quale affronta tematiche attuali o trova l’ispirazione in piccoli dettagli della realtà che lo circonda, e le mette in “scena” con un sapore antico. L’ho ascoltato parlare di Dürer e di altri maestri con molta passione. Il suo modo di esprimersi lascia da parte le problematiche sociali o globali e si limita a un’esecuzione spontanea dettata fondamentalmente da elementi concreti e momenti di vita vissuta.

Al momento Carlos si trova a Napoli, dove sta dipingendo all’ex OPG, centro sociale occupato a Materdei. Prima di Bonito invece era già passato in Irpinia per dipingere ad Ariano Irpino, ad Avellino e a Canale di Serino.

Ph. Salvatore Curcio

Se volete conoscere meglio il lavoro di Atoche passate a trovarlo a Roma presso lo Studio Sotterraneo dove lavora e tiene corsi insieme ad altri artisti. Se invece volete finalmente fare un’esperienza diversa e respirare la vera street art di provincia, passate a trovare i ragazzi di Boca a Bonito, Avellino. Insomma, l’Irpinia ha smesso di masticare la street art ed è diventata più che fluente.

Grazie, come sempre, ai ragazzi di Boca per l’ospitalità e a Salvatore Curcio per le foto.

 

Carlos Atoche | sito

Boca Contest Art | sitofacebook

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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