Chi fa da se fa per 33, intervista a Levi Van Veluw
Intervistare un artista è sempre molto rischioso, quando poi lo fai in una lingua che non è nè la tua, nè la sua e via email la probabilità che venga fuori una mezza fetecchia è molto alta. Questa che segue nè è forse un esempio, ma ho voluto pubblicarla lo stesso perchè l’artista in questione merita e quindi gli si può concedere anche qualche risposta fin troppo stringata, scritta con l’entusiasmo di un condannato a morte. Lui è Levi Van Veluw un artista Olandese poco più che ventenne ma già lanciato nell’olimpo dei grandi nomi dell’arte contemporanea internazionale. Levi è un artista multidisciplare, capace di coniugare sapientemente fotografia, scenografia ed un uso dei materiali per dar vita a delle opere dallo stile originale di cui lui stesso è autore, soggetto e supporto. Il suo è di fatto un “one-man process”. Gli ho provato a fare qualche domanda anche se evidentemente non l’avrò entusiasmato più di tanto visto che dopo avermi fatto aspettare più di un mese non si è sprecato più di tanto nelle risposte. A voi come sempre l’ardua sentenza.
Vorrei cominciare col chiederti una cosa, il fatto che tu usi per ogni tua opera la tua faccia vuol dire che ti piaci molto o al contrario non ti piaci affatto e preferisci quindi “nasconderla” con questa specie di maschera?
In realtà le mie opere vengono fuori da una combinazione di idee. Io comincio facendo sperimentazioni con i ritratti. Dopo ogni foto, analizzo il lavoro e discuto con me stesso su cosa vada bene e cosa no. Sebbene non siano dei veri ritratti, ma più una sorta di esperimenti. Il mio è un approccio “one-man process”, dove io sono l’artista, io il soggetto ed io il supporto. E’ veramente importante che io prenda ogni decisione mentre creo l’opera perchè il processo creativo è parte integrante dell’opera stessa. L’oggetto che vado a realizzare già esiste nella mia testa e non è il risultato dell’uso del computer. L’aspetto tecnico non è rilevante rispetto al risultato finale. Impiego circa 11 ore per creare una sola foto. Devo riuscire a completarla nell’arco di 24 ore poichè non potrò andare a dormire finchè non avrò rimosso tutto dal mio volto.
Cosa si prova ad essere l’autore, il soggetto ed il supporto delle tue opere?
Qualcosa di molto logico. In questo modo l’opera è un tutt’uno con il suo processo creativo.
Dove trovi tutti quei peli/capelli usati per realizzare “natural transfer” ?
Sono capelli veri.
Quanto tempo hai impiegato per completare “Landscape”? Dando uno sguardo ai materiali usati ed alla complessità della scena scommetto che c’hai messo un bel pò di tempo per realizzarla.
Come ti dicevo prima ho dovuto creare l’intera “scultura” in un solo giorno, dal momento in cui non sarei potuto andare a dormire con quella roba addosso.
Ti è mai capitato di esibirti dal vivo?
No.
Sei un giovane artista di successo, i tuoi lavori sono stati già esposti in diverse parti del mondo. Secondo te, cos’è che piace dei tuoi lavori?
E’ molto difficile rispondere. Io cerco di non pensare a queste cose, perchè il successo non è la ragione per cui faccio questo genere di lavoro.
Vivere in Olanda ti ha aiutato nella tua carriera artistica? Voglio dire non tutti i paesi offrono molte opportunità a giovani talenti di crescere nel loro percorso artistico.
Non ho mai fatto ricorso ad aiuti pubblici o statali. Essere determinati e lavorare duro fa la differenza.
Sei sato premiato con il “Photographer of the Year Award” all IPA ( International Photo Awards) negli Stati Uniti. Ti senti più fotografo o performer?
Diciamo che mi sento più un artista multidisciplinare.
Cosa è più importante per il tuo lavoro il giudizio delle persone o quello dei critici?
Sono entrambe importanti, ma io penso che un artista non debba mai ascoltarli e procedere sulla sua strada.
Quando non sei impegnato con i tuoi set fotografici ipercomplicati cosa fai nel tempo libero?
Lavoro nel mio studio, mi occupo delle beghe amministrative, rispondo alle interviste e preparo nuovi lavori. Come vedi per me il concetto di tempo libero è molto relativo.
Siamo in attesa di una tua esposizione in Italia, puoi darci qualche buona notizia in proposito?
Per ora non ce ne sono, forse in futuro.