Chromeo | White Women
How i met your mother ci ha dipinto il Canada come un mondo bizzarro, diverso, fuori dalle logiche e dalle leggi americane. Un mondo dove sono tutti simpatici e gentili, dove le hit suonano ancora anni 80, così come il modo di vestire.
Se prendete questo per buono allora i Chromeo sono quello che fa per voi.
“White women”, uscito il 16 maggio, non è certamente uno di quei dischi radical chic, ma nemmeno tamarri come va di moda ora. È un “coatto raffinato” trascinante, soleggiato, divertente, scanzonato e accattivante. Non c’è la presunzione di andare al di là di suoni già sperimentati e approvati dal pubblico con “She’s in control”, anzi, sembra proprio di essere rimasti alle sonorità di 10 anni fa, ma questa volta non lo dico in tono negativo. A me piace chi riesuma suoni, quando questi sono stati abbandonati da qualche parte tra un pezzo dei Franz Ferdinand e la post dubstep. Che non hanno mai voluto essere hype perché essere hype è uno scherzo troppo stupido per durare. Invece loro, nella loro ironia, sono molto seri.
Il disco inizia con “Ain’t no jelaous”, hit pop maliziosa, seguita da una feat con Toro y Moi, la cui voce amo particolarmente. Da segnalare anche la presenza della manesca Solange (sì, proprio quella che non vorreste mai incrociare in ascensore quando ha la luna storta) e di Ezra Koening che ci regala un intermezzo degno delle ballad r’n’b (niente di più lontano dall’immaginario dei Vampire Weekend).
“Sexy socialite”, divertente presa per il culo del mondo delle ragazze che vivono “nel giro giusto”, non ha nulla di molto diverso da pezzi come “Me and my man”, però rimane in assoluto il pezzo che preferisco del disco e che secondo me ben riassume lo spirito musicale e il carattere di Dave 1 e P-Thugg. Un carattere che forse proprio perché è rimasto ai bordi dell’hype e dell’indie piace ancora e continuerà a far sculettare chi lo apprezza senza pretese di fronzoli culturali.
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