Club To Club 2018, il festival di Torino diventa maggiorenne con un’edizione da record
Diciotto anni fa nasceva Club To Club: dal 2000 a oggi il festival si è evoluto, passando da un evento itinerante di musica elettronica al principale punto di riferimento europeo per la musica avant-garde, sperimentale e pop. Basti ricordare le presenze negli scorsi anni di Ghali e di Liberato (in “persona”), primi live in assoluto in Italia di artisti che hanno, poco dopo, fatto il salto verso il grande pubblico, o di Arca, Thom Yorke e di Battiato – giusto per citarne solo alcuni- per rendersi conto di quanto, nel tempo, questo festival abbia lavorato a una line up sempre più ricercata e in grado di spaziare tra generi diversi.
Questo è stato l’anno di Aphex Twin, un ritorno tanto atteso quanto inaspettato: finalmente il produttore inglese è tornato ai grandi fasti, dando a tutti una lezione di come deve essere un live set degno di nota. Il suo show era accompagnato da uno spettacolo di luci e video che rappresentavano, in serie, volti noti dell’Italia (Rita Levi Montalcini, Roberto Benigni Cavour e anche Cicciolina), trasfiguravano i presenti in prima fila e accecavano anche chi era al fondo con laser e visioni di alieni. Insomma, un Aphex Twin che non si vedeva da anni.
Dicono che sia uno degli show più importanti per Torino, che rimarrà negli annali: questo è vero, ma Aphex Twin è solo la ciliegina una torta che è stata l’intera serata del sabato, cominciata con un live dei Blood Orange che ha lasciato a bocca aperta tutto il pubblico. Paradossalmente Devonté Hynes è stato soltanto la spalla a supporto dei coristi, che hanno incantato con la loro voce, in una performance in pieno stile black music, intima, calda, romantica e piena di energia.
La musica live sta diventando una componente sempre più presente nel programma di Club To Club, infatti, ad aprire il festival c’erano gli Iceage, band punk-rock danese la cui presenza in line-up potrebbe essere straniante. In realtà, il loro è stato un concerto ricco di adrenalina, scatenato, un inizio in piena carica.
I Beach House, altra band attesissima ed headliner del venerdì, nonostante non abbiamo riscaldato gli animi fin da subito anche a causa del calo di adrenalina dopo gli Iceage, hanno comunque portato a casa uno show di tutto rispetto, emozionando con Lazuli e Wishes. Il pubblico è soddisfatto, anche senza ballare.
Il venerdì è stata la serata all’insegna delle donne: Peggy Gou e Avalon Emerson hanno letteralmente spazzolato via il set di Jamie XX che, dopo i Beach House, ha portato la sua ormai nota festa con tanto di disco ball, ma senza mai sbilanciarsi troppo con le casse e i bassi.
Nota di merito: il remix di Ti voglio della Vanoni ha davvero divertito tutti. Peggy Gou, al contrario, non si è lasciata trascinare dalle linee sonore morbide del finale di Jamie ed è da subito partita con un set techno che, finalmente, ha coinvolto tutti indistintamente. Difficile rimanere indifferenti quando c’è così tanta potenza all’opera.
Permangono anche i punti fissi del festival, Kode9, in programma la domenica, sale sul palco a sorpresa (poco inaspettata) dopo Aphex Twin e fa quello che gli riesce meglio fare: essere Kode9, in tutto e per tutto.
Il set si replica anche la domenica nella nuova location di Porta Palazzo, decisamente migliore rispetto al mercato di piazza Madama Cristina, un luogo suggestivo dalle mille anime reso ancora più affascinante dalle Luci d’Artista, che hanno creato la scenografia perfetta per le esibizioni di Kode9 e di Yuzo Koshiro e Motohiro Kawashima, compositori giapponesi di musiche per videogiochi che ci hanno immerso in un trip musicale e visivo all’insegna del gioco Streets of Rage.
Quattro intensi giorni di musica, location migliorate, un main stage più grande, presenze record (si contato 60 mila persone), una line-up sempre più travolgente: Club To Club sta diventando ancora più grande e noi non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverà per il prossimo anno.
Testi e foto di Claudia Losini.