Come ti smarmello il Festival del Film di Roma | I nuovi bulli
Mentre i giorni del festival sono ormai agli sgoccioli, a noi resta da passare in rassegna la scorsa edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma, quella 2012 appunto. Non sarà questo l’ultimo articolo, me ne resta ancora uno che tengo in caldo per voi! Intanto restiamo focalizzati sullo scorso anno. Vorrei parlarvi in particolare di una pellicola, italiana, dura, ma molto interessante. Alì ha gli occhi azzurri è una fotografia sulla vita delle borgate romane, uno spaccato sulla vita dei cosiddetti immigrati di seconda generazione.
Etichette a parte credo che in questo bel film sia raccontata, con una certa durezza, la difficoltà di una periferia qualsiasi. Da questo punto di vista si sa che Roma vive da sempre l’emergenza sociale delle borgate, dominate dai cosiddetti bulli, già magistralmente raccontati da Pasolini, sia nei suoi romanzi che nelle suoi film. Ecco mettete a fuoco quel mondo e aggiungeteci l’orgoglio di una generazione di italiani con genitori immigrati e la nuova emergenza è pronta. Senza fare paragoni impropri, con la sensibilità e la maestria di Pasolini, sicuramente anche in queste immagini ritroviamo il racconto della difficoltà di crescere in un contesto in cui ti senti lontano dal mondo, in cui la strafottenza, la tracotanza, la malizia e la prepotenza sono gli unici linguaggi possibili. Ed è per questo che il film ricorda, senza voler imitare, quei ragazzi di vita che parlano in romanesco, con imprecazioni e frasi smozzicate che richiedono allo spettatore attenzione, tensione emotiva ed empatia.
Senza aggiungere troppo, allora vi mostro una scena del film Alì ha gli occhi azzurri e la scena iniziale del film Accattone di Pasolini.