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Conor Harrington

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Se avete visto il corto “Crossing line” che vi abbiamo proposto ieri avrete già avrete conosciuto il protagonista, l’artista irlandese Conor Harrington. Uno degli artisti più promettenti nella scena “outsider” europea ed internazionale, parola di Lazardies, noti galleristi londinesi che già lo hanno reclutato all’interno della propria scuderia, insieme al meglio della street art che oggi il mercato possa offrire (vedi: Antony Micallef, Banksy, Bast, Blu, Borf, Charlie Isoe, David Choe, Erica Il Cane, Faile, Ian Francis, Invader, Jonathan Yeo, JR, Kelsey Brookes, Lucy McLauchlan, Mark Jenkins, Miranda Donovan, Mode 2, Paul Insect, Sage Vaughn, Stanley Donwood, Todd James / Reas, Vhils, Zevs, 3D).

Conor Harrington

Nei lavori di Conor Harrington si fondono magistralmente due approcci, a quanto pare solo apparentente contrapposti, quelli della scuola “fine art” e quelli solitamente usati nella “street art”. Un elemento interessante che caratterizza i suoi lavori è la presenza costante di personaggi maschili, nello specifico soldati dell’epoca napoleonica o delle guerre coloniali americane. Conor spiega questa sua scelta affermando che la cosiddetta “urban culture” ha in se il gene della mascolinità, non tanto per le gesta eroiche dei suoi esponenti  quanto per il carattere stoico e malinconico che accomuna gran parte degli artisti che operano all’interno di questa scena.

Per chi volesse saperne di più: conorsaysboom.wordpress.com/

Il gran capo

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Questo è il suo articolo n°3459

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