Conversando con quelli di Polkadot
Qualche mese fa i redattori uniti di Polkadot hanno lanciato il primo numero della versione cartacea della loro rivista. Da buoni colleghi abbiamo conversato con loro per capire quali sono stati gli stimoli che li hanno portati alla realizzazione del progetto e quali sono state le prime impressioni da parte dei lettori abituati alla versione web. Loro si descrivono come un divano dove potersi divertire a leggere qualcosa di nuovo o trovare nuovi suggerimenti. La parola la lasciamo ad Angelo Superti direttore editoriale di Polkadot.
Ciao Angelo, ci racconti com’è nato Polkadot, perché si chiama Polkadot e chi sono le persone che lavorano per Polkadot? Insomma, parlaci di Polkadot.
Polkadot è nato nel 2006, quando con Federica Richiardone abbiamo iniziato a raccogliere sul sito tutte le fonti di ispirazione, gli spunti e più semplicemente le cose che ci piacevano negli ambiti che avevamo deciso di trattare in questo “contenitore”: design, architettura, moda, musica, fotografia e grafica. Il nome, che significa “a pois” in tedesco, lo abbiamo scelto perchè ci piaceva come suonava, non c’è un significato troppo profondo in una distesa di puntini… o forse sì. Da allora molto è cambiato su Internet e anche su Polkadot: aldilà dei cambi di layout e dell’incremento dei lettori e pagine visitate, siamo felici di poter contare adesso su quasi 20 collaboratori che con più o meno costanza affidano a Polkadot le loro appassionate scoperte.
Quali sono le tematiche che trattate nella vostra rivista?
Design, architettura, moda, musica, fotografia e grafica, provando a dare la meritata attenzione ai progetti indipendenti e meno conosciuti.
In questo momento di crisi (come la chiamano in giro) dove avete trovato gli stimoli e la determinazione per portare avanti il vostro progetto ovvero la pubblicazione della rivista cartacea?
In effetti il passaggio è di solito il contrario, ormai ogni rivista cartacea ha la sua versione online. Ma ci tenevamo, seppure con cadenze dilazionate, ad avere la nostra versione “offline”, per chi ama ancora avere tra le mani il supporto cartaceo, provando a riservare per il magazine contenuti ad hoc, ma pur sempre con il taglio del sito web.
Qual è stata la risposta da parte del pubblico e soprattutto da parte da quelli che erano già vostri seguaci online?
Molto buona, molti ci hanno scritto chiedendo dove poter trovare le copie che per un motivo o per l’altro sono finite abbastanza presto. Speriamo di poter incrementare la tiratura e le città coperte.
Cosa consigliate a chi come voi ama raccontare l’arte e gli stili di vita e che voglia intraprendere il vostro stesso percorso?
Di essere curiosi e approfondire, ispirandosi ai siti che gravitano intorno al mondo del design e lifestyle, ma mantenendo in ogni caso il proprio approccio personale.
E infine un in bocca al lupo a tutta la vostra redazione.
Grazie, anche a tutti voi!
Per saperne di più: www.polkadot.it