Cronaca di un paese tra le montagne
Questo mondo tondo tondo che faccio girare con un dito, si ferma, lo faccio scorrere tra le mani ma lentamente, cerco il posto dove ho passato il natale ma non c’è segnato. Non è che tutti nascono a Stoccolma, Oklahoma City o Malibù. Qualcuno nasce pure ad Ariano Irpino, io per esempio e Ziguline.
In questo periodo ci fa parecchio freddo perché è inverno e il freddo non è né bello né brutto ma può diventare un argomento di cui parlare parlare parlare se non si sa che dire. Ad Ariano ci si lamenta spesso perché non c’è niente, il paese è triste e bla bla bla ma qualcuno, invece di perdere il tempo a pulirsi l’ombellico con il cotton fioc, si fa venire una qualche idea, quasi geniale. Meno male! L’Associazione Putipù quest’anno ha pensato bene di usare un vecchio edificio abbandonato, anche detto Mercato Coperto, ha chiamato a suonarci un po’ di gruppi emergenti tipo genere rock e varianti affini e ha giocato con le luci e la musica elettronica.
Cose che se stavi a New York avresti raccontato agli amici “Lo sapete sono stata ad una festa troppo bella! Era tipo un rave party ma più tranquillo così che potevi stare sicura che se pure andavi in bagno nessuno ti seguiva per violentarti…ma poi il posto anche carino…di quelli un po’ fatiscenti, un garage immenso con tanti finestroni che mi hanno detto che prima ci vendevano la frutta, la verdura e il pesce…pensa un po’! Anche centrale poi, due passi e ti trovavi vicino la cattedrale”. Invece stai ad Ariano e non lo dici. Ma le cose sono uguali dappertutto e se non sei tu a mettergli un pizzico di entusiasmo, chi glielo deve mettere?!! Per ora io non mollo il mappamondo, abbasso poco poco le palpebre e penso “…l’anno prossimo a natale sarò qui…”. Il mio indice in mezzo all’Oceano Pacifico. No, insieme ai pescecani nooooooooooo!