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Cronaca di una fine, coperta a Napoli l’opera di Banksy

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Avevamo già segnalato la presenza d’autore sui muri napoletani, e in particolare delle opere di Bansky , writer di fama internazionale. Bansky aveva realizzato due opere bellissime, una delle quali davanti al muro del monastero di Santa Chiara, l’estasi di Santa Teresa, in trance per il menù McDonald. Dico aveva perché da qualche giorno l’opera è scomparsa, coperta da una delle tante tag che ci sono in città.

l'"Estasi" di Banksy a Napoli

Non ne faccio una questione di fama del writer, magari è un artista molto talentuoso che io ignoro, ma il nuovo autore senza battere ciglio ha coperto un lavoro di grande qualità che aveva rispettato la parete sul quale era stato fatto. L’estasi di Santa Teresa non aveva imbrattato gli elementi in piperno incassati nel muro (storicamente appartenuti al vecchio tracciato greco napoletano) ma si era limitata alle aree di intonaco circostanti. Doppia beffa quindi, il nuovo artista copre l’opera e anche le parti archeologiche presenti sulla parete. Lo so, molti penseranno ”quante storie per uno stencil, ce ne sono tanti!”, è vero è così ,ma era una delle mie opere preferite, sia per le caratteristiche grafiche del disegno , sia per la scelta di un’immagine dell’iconografia classica reinterpretata per segnalare l’abuso dei fast food di oggi. Come se Lucio Fontana aprisse uno dei suoi celebri tagli su un Caravaggio. Se il nostro nuovo amico è un fautore del “nel bene e nel male l’importante e che se ne parli” è riuscito nel suo intento.

il murales che ha coperto l'opera di Banksy

Ma anche oltre oceano accadono cose simili, in australia pochi giorni fa il consiglio comunale sta rimpiangendo la decisione di aver mandato una squadra a pulire una via di Melbourne, dopo che gli inconsapevoli imbianchini hanno ricoperto uno stencil senza prezzo del celebrato autore. Già nel 2008 dei vandali fecero clamore pitturando sopra l’immagine di un autista con un cappello all’antica e un impermeabile. Opera che poi fu messa al sicuro con uno strato di plexiglas, che non riuscì però a impedire ad altri di versare vernice grigia dietro la barriera, firmando “Bansky è stato qui”. Il consiglio comunale adesso vuole emanare regole retroattive per mettere al sicuro altre famose o significative opere nella seconda città più grande dell’Australia. Povere le nostre amate opere sui muri, tanto belle quanto vulnerabili.

Lia Zanda

scritto da

Questo è il suo articolo n°30

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