Un cammino a ritroso verso l’essenza: il concerto dei DakhaBrakha a Fabbrica Europa 2018
Un viaggio nell’autoproclamata musica ethno-chaos dei DakhaBrakha, progetto ispirato al teatro d’avanguardia e alla musica popolare ucraina rivisitata con sonorità contemporanee, concerto inserito nel fitto programma della rassegna Fabbrica Europa 2018.
Esterno giorno, piano lungo, periferia urbana, un camion nero preceduto da una Cadillac. Shazam. Sho z-pod duba dei DakhaBrakha (Fargo, stagione 3, episodio 2). Così è iniziata.
Alla fine il buon algoritmo di Facebook suggerisce un evento che può interessarmi. Così che il 12 maggio 2018 ci ritroviamo all’ex-Stazione Leopolda a Firenze per i DakhaBrakha ospiti nella Stazione Leopolda per la manifestazione Fabbrica Europa 2018.
Il concerto fa parte del palinsesto molto ricco della XXV edizione di Fabbrica Europa 2018, festival dell’arte a tuttotondo, con musica, danza, teatro, poesia, letteratura – dal 4 maggio al 10 giugno. Il tema di quest’anno è “un cammino a ritroso verso l’essenza: dall’Estremo Oriente fino all’Europa, passando per il Medio Oriente e le culture che attraversano i Balcani…”.
Il concerto inizia alle 21.30 e deve chiudere intorno alle 22.30, a quanto pare con mezz’ora di tolleranza, perché dopo c’è uno spettacolo, anzi una performance di danza. Il pubblico entra ed è molto vario, anche se prevalgono gli ageé, amici di Firenze dicono che il pubblico del festival è composto sopratutto da “adulti” (gli adulti sono sugli -anta). Gli adulti sono seduti sulle sedie, i giovani in piedi o a terra (seduti o stesi).
La formazione è ridotta a tre elementi Marko Halanvych, Olena Tsibulska e Nina Garenetska. Il concerto è piacevole, buona acustica, non sto qui a farvi la scaletta ma suonano i loro pezzi migliori e anche un inedito non ancora presentano in Europa, almeno a quel che dice l’inglese/ucraino di Marko.
Il pubblico adulto resta composto nonostante diversi pezzi con un ritmo davvero incalzante come, per esempio, Vesna che trascina i giovani seduti (e stesi) in estemporanee performance di danza balcanico-contemporanea.
Sho z-pod duba la fanno per prima, forse per rompere il ghiaccio, ma per fortuna la ripropongono anche come ultimo bis (hanno fatto anche l’uscita dal palco e richiamo come è uso e consuetudine) in una versione extended, che riesce a risucchiare sotto palco anche buona parte di adulti e smartphone a corredo.
Alle 23 circa stiamo defluendo verso l’uscita (per lo spettacolo successivo bisogna uscire tutti e rifare la fila, si davvero). Noi siamo più che soddisfatti così e ci dirigiamo verso Santo Spirito.
Fabbrica Europa 2018 | programma
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