Eternal Little Goddess, DEM porta il mito della Dea Madre alla galleria Varsi
Il 17 marzo arriva a Roma, con la mostra Eternal Little Goddess, uno degli artisti più interessanti del panorama italiano, DEM. Marco Barbieri è uno dei veterani della “street art” che ha cominciato la sua sperimentazione negli anni ’90 con incursioni nel writing e nel muralismo, crescendo in un contesto contaminato e stimolante che gli ha permesso di sviluppare il suo stile unico, in grado di condurre lo spettatore in un universo ancestrale fatto di leggende, elementi naturali e riti. Tuttavia, descrivere DEM con il termine street artist è davvero riduttivo perché si tratta di un autentico sperimentatore in grado di piegare sotto la sua determinazione qualsiasi forma di espressione artistica. Opera con strumenti disparati come pennelli, china, ago e filo e ceramica, sperimenta con mezzi anche diversi dall’arte come il video, usa qualsiasi materiale abbia una qualche forma di malleabilità e lo fa sempre con la stessa coerenza.
Ad ospitare Eternal Little Goddess è la galleria Varsi, nella sua nuova sede in Via di Grotta Pinta dove ad accoglierci ci saranno numerose opere realizzate da DEM appositamente per la mostra, tra queste illustrazioni china e acrilico e una serie di sculture in ceramica, oltre alle maschere realizzate come sempre con materiali vari. Come suggerisce il nome, l’esposizione indaga il mito della Dea Madre, divinità primordiale presente in numerose culture a partire dal 30.000 a.C., e figura ambivalente che incarna contemporaneamente il bene e il male, racchiudendo in sé il ciclo nascita-morte-rinnovamento. La Dea Madre, o Grande Madre, è il primo archetipo di divinità conosciuto che vede la venerazione rivolta a una figura femminile e una società di tipo matriarcale, tendenza durata fino al 3000 a.C. circa in moltissime popolazioni della Mesopotamia per poi essere sostituita dalla società ad impronta patriarcale. Oltre a rappresentare diverse divinità concrete con la loro mitologia, questa divinità rappresenta anche molti simboli.
Alla realizzazione della mostra, oltre alla curatrice Chiara Pietropaoli, ha contribuito anche la casa editrice Venexia nella figura della direttrice Chiara Orlandini, la quale ha collaborato con DEM partendo dai volumi Il Mito della Dea di Anne Baring e Jules Cashford, Guida alla Dea Madre in Italia di Andrea Romanazzi e Il linguaggio della Dea di Marija Gimbutas, ovvero i principali compendi sull’argomento.
La galleria sarà popolata di figure femminili ispirare alla simbologia della Dea Madre, come il serpente, il vaso, la natura, la caverna. Questo universo viene riequilibrato dalla simbologia maschile, rappresentata dalle maschere ispirate a Pan, a Dionisio e alla vitalità maschile, raccontate in mostra attraverso le fotografie di Marta Zdulska.
La scelta della Grande Madre è un punto di partenza per parlare del cerchio della vita e della necessità dell’uomo di riscoprire e ricongiungersi con la natura e con l’Altro, riconnettendosi con la Dea Madre e con se stessi.
L’appuntamento è il 17 marzo alle 18:30 presso la Galleria Varsi di Roma, il tutto godibile fino al 15 aprile.