Dietro ogni matto c’è un villaggio, tour pittorico di Collettivo Fx
Ad agosto succedeva per la prima volta che incontravo Collettivo Fx, in un contesto non virtuale. Nel nostro quotidiano 3.0, questa cosa non è del tutto scontata. Quello che è nato ad agosto in quella, più o meno, fortuita circostanza è stata una bella amicizia. Collettivo Fx si trovava a passare dalle mie parti, Ariano Irpino per essere precisi, in quanto il suo costante peregrinare per l’Italia l’aveva spinto a ritornare in luogo che aveva già subito la sua inarrestabile pittanza, ovvero Bonito, altra landa irpina che ospita da qualche anno il Boca Contest Art.
Il nostro primo incontro era nel bel mezzo di una festa patronale a Fontanarosa e io mi recavo all’incontro con in dono un Super Santos nuovo di zecca, quel Super Santos è stato poi protagonista di improvvisate partite a calcetto alle Officine Reggiane, a Reggio Emilia, sede operativa del mitico Collettivo Fx. Ne è seguita una settimana di tour in giro per l’Irpinia in compagnia di amici e passando per Apice Vecchia, Bonito e Ariano, volti e altri soggetti sono comparsi al nostro passaggio. Collettivo Fx, rappresenta una personalità artistica genuina che ha il grandissimo merito di sposare appieno la cultura dei luoghi che visita, siano essi paesini sperduti del sud Italia o caotiche città come per esempio Palermo.
Capire, conoscere, parlare, improvvisare tutti questi verbi mi portano alla memoria pomeriggi di dialoghi incessanti e serate umide in cui l’escursione termica di una terra già di per sé freddina non hanno arrestato le spontanee sessioni di street art. Così ad Apice Vecchia, paese abbandonato in seguito a un dissesto idrogeologico luogo dal fascino intenso, ora compaiono tra muri sgretolati e resti di vita quotidiana il ritratto di John Frusciante, i cui genitori pare fossero originari del paese, Don Promessa, personaggio che promette ma non mantiene immancabile in ogni cittadina del sud e iTommaso Conza, un barbiere nonché l’ultimo abitante della città.
A Bonito invece, un’intera casupola ricorda alla comunità Alfonso detto Lo Monaco “per quanto era buono… campava con le proprie mani e la sua zappa” e Cesare che “ha pittato muri per decenni in Irpinia. Non era né uno street art né un writer, semplicemente veniva chiamato per pittare muri”.
Ad Ariano, vista la mia poca dimestichezza con storie di un’altra epoca, è nata invece una piccola serie di ritratti che vedono protagonista Pietro Paolo Parzanese, poeta illustre vissuto nell’800 che diventa additatore degli scempi commessi in ambito urbanistico. Alla Stazione invece, compare un serpente mangia passeggeri che ricorda le difficoltà della mia terra con una stazione ferroviaria pressoché inutilizzata per ragioni quasi esclusivamente politiche…
Ma adesso bando ai ricordi estivi e passiamo a cose più vicine a noi. Collettivo Fx, già dedito alla vagabondanza pittorica, ha buttato giù un’idea e in men che non si dica l’ha messa in pratica. Lo scorso 5 novembre è infatti partito il tour dal titolo provocatorio “Dietro ogni matto c’è un villaggio” che attraversa l’Italia, da nord a sud, da Bolzano a Marsala, passando per Mantova, Oderzo, Modena, Cotignola, Cesena, Pesaro, Jesi, Teramo, Roma, Napoli, Bonito Irpino, Ariano Irpino, Grassano, Cosenza, Messina, Mazara del Vallo.
Ma in cosa consiste questo progetto che minaccia le coscienze di tutta Italia? In ogni luogo si sa, c’è un personaggio che in qualche modo incarna la storia o la personalità di un luogo, quello che in genere viene definito il “matto del paese” ma che poi in fondo matto non è. Con questo progetto Collettivo Fx ha indagato la storia e le storie di una ventina di città e attraverso la collaborazione di amici, associazioni, magazine e altre realtà, sta dipingendo in ognuno di questi un personaggio che tutti, quando ci passano, possano riconoscere.
Ma perché proprio il matto e non una persona illustre? Semplice, la comunità non si identifica con chi in qualche modo rappresenta un’istituzione, o una specifica categoria sociale, ma con personaggi alla mano, quelli che vivono la comunità, uomini o donne che riescono a intrattenere relazioni con tutti, personaggi forse a volte discriminati ma che suscitano comunque l’affetto di ognuno di noi.
La nostra ricerca del personaggio da pittare ad Ariano è cominciata il succitato agosto e devo dire che, anche solo confrontarmi con amici e parenti per raccogliere informazioni, ha innescato il meccanismo che sta alla base del progetto. Una catena di ricordi scaturisce ogni volta che chiedo a qualcuno di raccontarmi le storie dei matti del paese, così vengono fuori le vite di personaggi folli che facevano cose folli, o caratteristi che impersonavano un vizio o una virtù, uomini e donne al di fuori della norma che vivevano vite uniche, libere ed emblematiche.
Il nostro personaggio era Rosetta, detta la Furnarella. Rosetta era una donna eccentrica, io la ricordo con affetto. Tra gli anni ’70 e ’80, nella nostra piccola comunità era una donna al di sopra delle righe, vestiva la minigonna (leggevo su qualche gruppo paesano sui social di una ragazza che credeva “fosse l’inventrice della minigonna”) e aveva un trucco pesante, ombretto verde o azzurro, andava spesso in giro con due cani che appartenevano alla signora presso la quale prestava servizio. Era un po’ la nostra bocca di rosa in quanto faceva l’amore con gli uomini che le piacevano e viveva la vita con dolcezza e leggerezza. Rosetta non sarà il nostro personaggio.
Il nostro personaggio è ancora in lavorazione ma le idee sono tante. I matti sono tanti. I personaggi a cui siamo legati sono tanti. Domani seguirà Collettivo Fx a Napoli dove dipingerà Rosaria, una donna venuta a mancare da qualche mese e che prima ancora di cadere nel vortice dell’alcolismo era una persona che viveva la strada, parlando con tutti e facendosi, a modo suo, amare da tutti, invece domenica sarà a Bonito dove sarà la volta di Giulio e poi ancor più verso sud.
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