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Diretta Skype con Cyop & Kaf

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Giovedì 25 novembre serata di presentazione del primo libro di Cyop & Kaf, i nostri amati street artist napoletani, intitolato “No Comment”. Ormai saranno due settimane di piogge nella città partenopea e questa è stata l’occasione  giusta per stare al coperto e fare due chiacchiere con loro. In realtà la conversazione è telefonica e loro non perdono occasione per rimanere nel mistero. Li presenta Angelo uno degli organizzatori del Fame Festival di Grottaglie, serigrafo nonché amico dei due artisti. Lui ha avuto l’opportunità di conoscerli e di invitarli al suo Festival indipendente offrendo loro la possibilità di dare un prezioso contributo ad una manifestazione che riscuote ogni anno un gran successo. È nata così una collaborazione che ha portato alla creazione di questo volume illustrato in cui i lavori di entrambi sono stati raccolti e riprodotti in 1500 copie. Prezzo di ogni volume 24,00 euro, ma per chi c’era ieri alla presentazione era possibile acquistarlo alla modica somma di 20 euro. Il loro nuovo libro presenta 160 pagine di cui 130 di dipinti sui muri sparsi per la città e 30 di disegni su carta.

foto di Stefania Annese

Obbiettivo della vendita: finanziare Cyop & Kaf e la loro arte indipendente. Angelo si mette in contatto con loro tramite Skype e loro esordiscono dicendo di trovarsi a Sharm El Sheik, anche se con tutta probabilità staranno dietro il bancone o nel bagno. Cyop è il primo ed unico interlocutore, mentre Kaf a tratti risponde per ringraziare e salutare. È occupato a mangiare un cesto di mele annurche, così ci dice. Cyop comincia: “Salve a tutti da Sharm El sheik, ci troviamo in un sotterraneo. C’è una strana puzza, forse una perdita di Gas o forse è una fogna. Non si capisce…”

 

Parlateci un po’ del vostro libro.

 

In realtà a noi piaceva la politica del No Comment, comunque parlare delle immagini è abbastanza superfluo. Se ci sono domande siamo qui per rispondere.

 

A chi avete dedicato questo libro?

 

A tutte le città e nello specifico ad alcune persone di queste città che ci sostengono da anni, soprattutto a Napoli. Poche sono le città che ci hanno appassionato nel disegnare. Solo Palermo, Grottaglie e altre città del Sud ci hanno accolto bene. Di queste ci è piaciuta la decadenza, il degrado e il poco luccichio. Le città del nord sono troppo omologate.

 

Perché siete assenti?

 

Siamo presenti nelle città in ogni angolo. Essere presenti fisicamente per il nostro lavoro non serve a niente. Abbiamo deciso nella nostra vita di disegnare e quindi anche adesso stiamo disegnando … col mouse.

 

Il titolo del libro “No Comment” ha un filo conduttore a sé stante o continua il percorso intrapreso con la mostra “Fuoco” e “Buio”?

 

Un filo conduttore reale non c’è. Abbiamo deciso con Angelo di fare questo libro. È successo, ma non l’avevamo messo in conto. Tutto il nostro lavoro negli anni tenderà a scomparire, sia perché il tempo cancellerà le cose, sia perché il Comune toglierà i nostri disegni sia perché c’è un personaggio in giro per Napoli che vagando “ruba” i disegni sui muri. Quindi per noi è stata una cosa importante fare questo libro per mettere nero su bianco ciò che abbiamo fatto negli ultimi anni. Poi chiaramente abbiamo cercato di dargli un po’ lo spirito e l’impostazione che ci appartiene. Angelo ci ha chiesto di fare un libro solo di foto e noi stavamo pensando di fare un libro, ma volevamo scriverci qualcosa anche perché negli ultimi anni Napoli ha visto cose che non si realizzano in nessun luogo e che noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle, stando anche di notte a disegnare. Volevamo raccontare cosa sta succedendo, dei conflitti sociali, della nostra città e del nostro punto di vista. La nostra intenzione non era esattamente di fare un libro di sole immagini.

 

Ma informiamoci di come stanno a Sharm El Sheik. Com’è il tempo lì?

 

Buio, molto buio.

C’è un vostro articolo su Monitor di un’esperienza vissuta all’interno dell’ospedale psichiatrico giudiziario. Ce ne parlate?

 

Hai toccato un tasto dolente. È stata un’esperienza molto forte. Ho cercato di raccontare le cose nel modo più possibile vicine alla verità. L’esperienza all’interno del carcere è durata 3, 4 mesi e tramite O.P.G. di Secondigliano abbiamo gestito un laboratorio di pittura all’interno della struttura che io definirei manicomio, ma che loro chiamano ospedale psichiatrico giudiziario. L’ospedale ha sbarre, delle ore d’aria, orari carcerari e laboratori. È stata una cosa sconvolgente perché vedi persone distrutte e devastate dalle medicine somministrate giornalmente e obbligatoriamente. Ti rendi conto che non ci sarà la possibilità di uscire un giorno da lì. Reati a volte insignificanti come rapine per pochi spiccioli, associate alla malattia mentale prendono un’altra piega legale e si va da due anni in due anni , così la pena si prolunga e il soggiorno lì diventa un ergastolo. Queste persone vengono abbandonate dalle famiglie e rimangono lì per tutta la vita. Gli internati che abbiamo conosciuto sono appena una ventina, ma ce ne sono più di 70 e 80 di cui non si sa nulla. Stanno negli angoli delle stanze, vagano e vengono completamente ignorati. La cosa triste è che anche le istituzioni non fanno nulla. L’obbiettivo del laboratorio era di organizzare una mostra con i loro disegni e di fare in modo che questi ragazzi potessero uscire da lì per qualche ora, ma per colpa del semplice ostruzionismo burocratico non è stato possibile fare nulla. Loro poi tendono a scoraggiarti e alla fine sei costretto a mandarli a Fanculo.

 

Questa esperienza ha influenzato il vostro modo di disegnare?

 

Chiunque ha avuto modo nella vita di lavorare come operatore sociale, sa già che questo mestiere è avvilente. Se una macchina non è perfetta, tutto il tuo lavoro sarà perso. Basta un nulla per distruggere tutto. Dopo questi quattro mesi sono stato talmente male da piangere e quando ti tolgono la speranza poi ti avvilisci. L’unica cosa che ci ha aiutato a rimetterci in moto è stato ancora una volta il disegno per tirare fuori questi fantasmi. Avevamo parlato con questi ragazzi, ma ormai le medicine avevamo bruciato ogni piccola parte di intelletto, erano rincoglioniti tanto che li avevano resi uguali anche fisicamente. Là dentro puoi solo peggiorare e poi si sommano le patologie alla tua.

Come erano i loro disegni?

 

Obbiettivamente li ho trovati migliori dei nostri …

 

Angelo si gira verso il piccolo ma interessato pubblico e chiede se tra noi ci sia qualcuno che voglia criticare i loro lavori o se sia proprietario di qualche casa “oltraggiata” con dei loro disegni che voglia rivolgere una parola di odio o d’amore … qualcuno dice che non li ama tanto, ma non è proprietario di nessuna abitazione.

 

Ultima domanda. vi considerate dei writers?

 

Possiamo essere tranquillamente tutto ciò che volete.

 

E alla fine i saluti:

 

Un abbraccio circolare e un augurio di presta libertà.

 

Per chi volesse acquistare il libro questo è il link: http://www.studiocromie.org/gallery.php?id_art=147

 

Kaf&Cyop | sitoFacebook

http://www.ziguline.it/wp-content/uploads/2010/12/cyopKaf_pre.jpg
Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

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