DOs and DON’Ts al party di Vice a Milano
Partiamo dall’inizio. Dalla fusione di viceland.com e VBS.tv è finalmente nato VICE.COM che unisce i contenuti dei due precedenti siti in un unico luogo virtuale. La piattaforma ospita l’intera offerta realizzata dalle varie redazioni di Vice Magazine sparse in giro per il mondo. Ai tradizionali contenuti presenti sulla rivista, viene aggiunta la produzione digitale e vengono resi disponibili in Italia, sottotitolati a dovere, le serie e i documentari prodotti a livello internazionale. L’occasione effettivamente meritava una festa, e quindi i ragazzi di Vice che di feste se ne intendono hanno deciso darne una in ogni paese in cui la rivista è presente, in giro per il mondo. Vice.com già ci piace! Ma siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, abbiamo dovuto controllare di persona, è stato un lavoro duro ma qualcuno doveva pur farlo. E quale modo migliore di recensire una festa di Vice se non attraverso una modalità che proprio Vice ci ha insegnato? Armato di una pessima fotocamera da cui dipende la scarsa qualità degli scatti (ma quello che ci interessa è il contenuto e non la forma eccomi pronto per i miei primi personalissimi DOs and DON’Ts.
A Milano la location prescelta per ospitare la festa è stata il Queen Club. Ottima scelta: locale capiente con due sale, buon impianto, specchi sul soffitto, bel pavimento.
Arrivo presto e la fila è già lunga, gli accrediti non servono a molto perché tutti sono in lista, riesco ad entrare dopo poco e il locale è già quasi pieno. Sul palco i Bobsleigh Baby. Sono bravi e me li godo, ma tutti sembrano più interessati all’open bar. C’è ressa al bancone e pochi screamer sotto palco, pochi ma buoni.
Altra attività che va per la maggiore è cercare di rimediare i braccialetti fluo che ti permettono di entrare nella Vip Area.
Io ci entro lo stesso corrompendo il buttafuori, che in realtà ha solo voglia di fare due chiacchiere ed è un pacato signore sulla sessantina che disprezza dal profondo i giovani d’oggi “ soprattutto quelle due signorine laggiù”. Che gli avranno mai fatto?
Mentre sulle pareti continuano a girare le copertine degli ultimi anni di Vice Magazine e invece College inizia a smanettare in consolle, decido che è finalmente arrivato il momento di aggredire il bar. Il barman è un genio o almeno io lo ritengo tale: prepara dieci bicchieri alla volta, tutti uguali, ogni volta un mix diverso: vodka tonic, vodka lemon, rhum e cola, eccetera “tanto qualcuno prima o poi se li beve”. Non viene mai smentito.
Al quarto vodka tonic entro nello spirito della festa, mi perdo nella folla e apprezzo la musica anche se non so più chi stia suonando, Congorock o forse Girl Unit a questo punto non mi interessa più di tanto.
L’atmosfera si è riscaldata, le coppie scoppiano e si riaccoppiano e persino chi è rimasto fino ad ora col suo berretto di lana ben calzato in testa medita se non sia arrivato il momento di toglierlo.
Completamente ubriaco continuo ad aggirarmi per il locale e a molestare con il mio flash le persone ignare dei miei loschi fini.
Testi e foto alcolici di Jacopo Manga.