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dotART porta l’immagine a Trieste

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Dire Trieste è dire immagine. Immagine di natura, immagine di storia, immagine di cultura, architettura, lavoro, vita vissuta, atmosfera, ambiente. Una logica conseguenza per questa città, crocevia di etnie e coinvolgimenti, dove si intersecano lingue e professioni di fede. Dove vivono, hanno vissuto, convivono personaggi celebri e realtà comuni. Cercare di fermare l’attimo, di conglobare il “senso” di questa vita così articolata diviene quindi un’esigenza.

 

I classificato - Pub Interior, Krakow, Poland, Jamie Fyson Howard

 

Una direttiva primaria. Nasce immediata, quasi ad appagare questa catarsi inconscia, il Concorso fotografico internazionale URBAN 2012, indetto da un’associazione culturale no profit che vuole attraverso questa chiave di lettura di un “nuovo” concorso fotografico, riaprire lo scrigno delle interpretazioni artistiche, in questa nuova, antica ed eterna forma d’arte che è la comunicazione per immagini. Nuovo non per metodologia, bensì per intendimenti ed atteggiamenti. Le iscrizioni alla terza edizione si sono aperte, e non era uno scherzo, il 1 aprile 2012 con la dizione “URBAN – Everyday city life in your pictures”, promosso dall’associazione culturale di Trieste con il patrocinio della Provincia di Trieste. Il concorso si proponeva di cogliere attraverso la fotografia artistica scorci, strade, edifici, istanti di vita quotidiana, panorami insoliti, situazioni particolari, volti, persone ed altri elementi della città in generale, intesa come ambiente urbano. Protagonista assoluta la città. Per partecipare era sufficiente seguire la procedura sul sito www.urban.dotart.it. Una giuria composta da fotografi professionisti, artisti ed esperti di comunicazione si è applicata a valutare le tantissime opere pervenute, facendole confluire in una mostra collettiva del concorso, ove primeggiavano le opere classificate.  Ma, per andare con un ordine temporale, cosa peraltro ignota all’arte fotografica, bisogna sottolineare che visto l’alto numero di partecipanti, in netta crescita rispetto alle sessioni precedenti, il termine del concorso è stato posticipato, prolungando in modo notevole l’accesso al contest e quindi confermandone il successo.

 

II classificato - Motore a terra, Daniele Bellucci

 

Il sito a disposizione era urban.dotart.it. Le tematiche proposte non erano per niente facili, in quanto, per assurdo, troppo facili, troppo vive ed aderenti alla nostra realtà quotidiana. Tre dunque i temi, “La Città” (scorci, strade, edifici, istanti di vita quotidiana), “Mestieri” (il rapporto tra l’uomo e il lavoro visto dall’occhio del fotografo) e “Macchine” (uno sguardo d’autore sulla tecnologia che ci circonda). Ogni partecipante poteva presentare fino a 9 foto (3 per ciascun tema), che non fossero già premiate in altri concorsi, pena la squalifica. Ammesse sia foto a colori che in bianco e nero. Non ammessi fotomontaggi né foto con firme, filigrane o contrassegni visibili sull’immagine. Non ammesse foto o immagini ritenute offensive, secondo la sensibilità e l’insindacabile giudizio della giuria. I canali di comunicazione si sono presto riempiti di pacchetti di immagini, decisamente di ottimo livello, che sono andate ad arricchire la quantità di scatti a giudizio e complicare la vita della commissione giudicante, costretta a definire una classifica, anche se, come è giusto e la comunicazione insegna, tutti erano papabili e degni di plauso, per il solo fatto di essersi esposti ed espressi.

 

III classificato - Il lungo viaggio, Lorenzo Palombini

 

Lo spoglio è stato lungo e dibattuto, portando alla sommità della classifica, immagini che forse, d’acchito, tra le altre sarebbero potute sfuggire per i loro contenuti. Ma è l’eterna discussione che circonda questo mondo, dove i veri artisti non intendono mai entrare, sia nel collegio giudicante che nel gruppo dei partecipanti. Una discussione-dibattito dove ciascuno ha ragione e quasi nessuno torto, poiché è nella sensibilità di ciascuno riconoscere i messaggi, evidenti o latenti, che le immagini propriamente portano, anche involontariamente. Ma, senza alimentare polemiche, lo ha già fatto quel personaggio che risponde al nome di Cicerone col suo “tot capitis-tot sentenzia”, il concorso ha avuto il suo iter, giungendo ad un momento di premiazione ed esposizione delle opere, che così hanno potuto essere fruite, godute, capite dal pubblico, che ha trovato momenti unici ed intensi fermati dagli scatti, scatti appunto unici, come la città che li ospitava.

 

Summer Rain, Sergey Majorov

 

La giuria era composta da 12 personaggi singolari, esagerati forse in talune peculiarità, professionisti dell’immagine e appassionati profondi, che come sempre hanno fatto pesare un certo fanatismo interpretativo e non hanno mancato di porsi in luce per scelte e decisioni, anche controcorrente, che però fanno parte di quel corredo di abbattimento delle barriere che è bagaglio di chi si occupa di immagine fotografica, sin dal momento in cui sono state fissate le regole di base per lo scatto.

 

Testi di Fabio Niero.

 

Per saperne di più:

www.urban.dotart.it

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Questo è il suo articolo n°144

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