Dottor Pop Surrealism & Mister Lowbrow
C’è chi lo identifica con una rivincita della pittura figurativa su Astrattismo e arte concettuale, chi con una rivalsa delle arti minori su quelle accademiche, chi come una vendetta delle subculture sull’intelligencija. Sembra insomma che il Pop Surrealismo si sia affacciato al sistema dell’Arte Contemporanea come un vendicatore mascherato.
Per questo nella sua prossima collettiva la MondoPOP International Gallery di Roma ha deciso di sbirciare tra le origini di questa nuova corrente pittorica, evidenziando la differenza tra Pop Surrealismo e Lowbrow Art. È stato il pittore Robert Williams a coniare il termine Lowbrow Art (arte di basso profilo) e lo ha sbandierato con orgoglio fin dagli anni 70, fiero delle sue radici underground. Da ragazzo frequentava lo studio losangelino del kustom artist Ed Roth che nel 1958 aveva trasformato il suo garage in un laboratorio in cui si creavano automobili dal design e dalle decorazioni mostruose e bizzarre, lavorando con vetroresina e materiali di scarto. Roth era, assieme a Von Dutch, uno dei maggiori esponenti della Kustom Kulture e finanziava la produzione delle sue folli auto vendendo t-shirts coi suoi personaggi estremi, come Rat Fink e Mr. Gasser, icone dell’underground che divennero fonti d’ispirazione anche per il movimento punk californiano. Roth fu soprannominato “Big Daddy” per l’enorme influenza che ebbe su giovani fumettisti e artisti che “adottava” come suoi assistenti e protetti e che si dedicavano a una pittura figurativa e narrativa ricca di riferimenti alle subculture, ritenuta naïve e snobbata dall’ambiente artistico ufficiale. Tra mostre underground, poster, fumetti e copertine di dischi questo immaginario grottesco si diffuse negli anni 70 e 80 in maniera virale, in antitesi all’immagine di un’America ricca e smagliante proposta dall’edonismo reaganiano.