Massimiliano Constantini aka Ivan Divanto
Oggi vi presento un giovane artista pescarese, un fotografo simpatico, Massimiliano Constantini aka Ivan Divanto. Abbiamo fatto due chiacchiere parlando della sua passione per la fotografia e mi ha anche suggerito la prossima graphic novel da mettere sul comodino. Buona lettura!
Chi è Divanto?
Divanto è un ragazzo di Pescara, al secolo Massimiliano Costantin, che ha da poco compiuto 30 anni, sta perdendo i capelli e gli sta crescendo la pancia.
Perché hai scelto la fotografia come mezzo di espressione artistica?
Ho scelto la fotografia perche avevo qualcosa da dire a me stesso prima che agli altri, ed era il modo piu immediato possibile. La fotografia ha riempito un grande vuoto nella mia vita, mi ha completato dandomi la possibilità di poter dire cose che avevo bisogno di sentire e che nessuno mi stava dicendo.
Influisce più lo spazio o le persone nel tuo obiettivo?
Anche se cerco di non farlo vedere sono un ragazzo molto timido e la macchina fotografica riesce a creare distanza fra me e il mio soggetto, una sorta di filtro che mi da la possibilità di relazionarmi con le altre persone. Una delle mie paure più grandi, cioè il contatto umano, svanisce quando sono dietro la macchina fotografica. Ma la mia voglia di interagire è più grande della timidezza e della paura delle altre persone, credo che sia questo il motivo per cui il 99% delle mie foto sono ritratti.
Cosa si nasconde secondo te dietro questa voglia di protagonismo fotografico sul web?
Secondo me nel 2013 non si può più parlare di protagonismo quando il tema è la fotografia e il web. Grazie ai social network non c’è più bisogno di una discendenza elitaria per sentirsi liberi di esprimere ciò che abbiamo dentro. Naturalmente la sovraesposizione a cui si è sottoposti ogni giorno con migliaia di foto fa emergere i migliori progetti e i migliori autori e questo rende il mezzo fotografico è l’unica forma di espressione artistica veramente pura e democratica.
Parlaci dell’ultimo progetto a cui stai lavorando.
Attualmente sto iniziando a lavorare su un nuovo progetto che mi piacerebbe chiamare “Padri”. Ho molti amici che sono diventati papà da poco ma di solito è sempre la madre che viene ritratta con i propri figli, mi piacerebbe dare voce all’orgoglio di avere in braccio il proprio figlio e vorrei che venisse sdoganato lo stereotipo che lega la madre ai figli più del padre.
Ai lettori di Ziguline piacciono i fumetti e le graphic novel. Quale ci consigli?
Mi sentirei di consigliare MAUS una graphic novel di Art Spiegelman, è un opera autobiografica che parla delle difficoltà di un figlio a relazionarsi con il proprio padre vittima dell’olocausto nazista. E’ interessante pensare che anche noi trasmetteremo ai nostri figli un senso di instabilità e inadeguatezza dovuta alla catastrofe economica, sociale e culturale che stiamo attraversando. Ha colpito in maniera indelebile la nostra generazione e di rimbalzo colpirà anche le generazioni future.
Divanto | sito