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Mathieu Valade disegna per diletto

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Al ritorno dalla mia esperienza delle fiere madrilene di febbraio mi sono ritrovata con una quantità indecifrabile di bigliettini da visita che avevo collezionato durante i miei vagabondaggi nella capitale spagnola. Tra i vari personaggi che ho avuto il piacere di conoscere c’è un artista canadese incontrato a JustMadrid con cui ho scambiato due chiacchiere che ho voluto raccogliere per voi, lettori affamati di creatività. Lui si chiama Mathieu Valade, vive nel Quebec ed è un disegnatore quasi per caso, perchè non ha tempo per fare altro, pensate un po’, gli piacciono delle cose strane come le contraddizioni e le cose che non funzionano ed io vi introduco nel suo mondo in bianco e nero. Buona lettura!

Mathieu ci puoi descrivere la tua esperienza a JustMadrid?

 

Era la mia prima esperienza in una fiera di arte contemporanea e non avevo molte aspettative anche se è stato bello incontrare lo staff della galleria RDV  di Nantes che mi ha invitato alla manifestazione. In generale mi è piaciuta questa esperienza, ho anche venduto alcuni lavori, peccato non averne portati degli altri, era una buona occasione. Ho visto anche altre cose interessanti di altre gallerie.

 

Raccontaci quando hai iniziato a dipingere.

 

Penso di disegnare da sempre, sin da quando ero piccolo, già allora passavo molte ore a disegnare. Come molti altri artisti ho conseguito gli studi artisici, pensando di diventare un pittore. Invece sono diventato uno scultore e per un po’ ho smesso di disegnare e dipingere. Sono tornato al disegno per mancanza di tempo. Ho iniziato ad insegnare e non avevo molto tempo da dedicare alla scultura. Disegno le mie idee e uso il disegno per il solo gusto di disegnare.

Perchè i tuoi disegni sono in bianco e nero?

 

Penso perchè, non avendo molto tempo per scolpire, disegno in bianco e nero come se stessi creando una bozza da scolpire. Così, proprio come nelle mie sculture, mi piace disegnare in modo minimale. Uso segni grafici per la loro plasticità, sperando di trasmettere alla gente quella illusione di andare avanti e indietro tra le immagini.

 

Da dove trai ispirazione per i tuoi lavori?

 

Tutto mi ispira. Mi piacciono molto gli oggetti, le cose che non funzionano e le contraddizioni. Mi ispira molto anche la storia dell’arte, mi piace pensare che il mio disegno e la mia scultura siano in dialogo con il disegno e la scultura di altri periodi artistici.

Pensi che l’arte possa essere una via d’uscita a questo periodo di crisi economica e sociale?

 

Forse non l’arte ma gli artisti potrebbero esserlo. Penso che qualsiasi artista riesca a sviluppare e incoraggiare il modo con cui guardare al mondo.  Gli artisti sviluppano nuovi modelli urbani, nuovi modelli di gestione. Pensiamo a Soho, New York, per esempio, un posto in cui gli artisti possono migliorare le condizioni di vita delle persone svantaggiate fin quando non sopraggiunge l’invidia della borghesia metropolitana tanto da divenire quella stessa area estremamente proibitive.  Qui nel Quebec gli artisti sono riusciti a creare una rete di 70 centri di arte gestiti dagli stessi artisti, i quali offrono servizi, training, programmi di residenza, workshop e mostre. Questo modello che si basa sulla comunità è stato sperimentato per la prima volta da alcuni artisti negli anni ’70 ed è diventato un trampolino per molti giovani artisti di questa area conosciuti in tutto il mondo. Ecco perchè penso che gli artisti possano fare la differenza.

Come vedi il tuo futuro?

 

Son un artista e anche un professore universitario, il quale cerca  di insegnare ai suoi studenti come crescere dando loro gli strumenti necessari anche se non posso insegnargli come “diventare artisti”.  In questo momento sto studiando come espandere la mia rete, il Quebec è davvero una comunità molto piccola e puoi fare il giro molto velocemente.  Penso che sia nell’interesse di ogni artista, di questo posto e non solo, viaggiare, intrecciare connessioni con altre comunità di artisti per migliorare la praticità e mostrare la sua arte altrove. Questo è il mio piano per i prossimi anni.

Mathieu Valade |  sito

 

 

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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