Due chiacchiere con Michele Guidarini
C’era una volta, in un paesino della Toscana chiamato Arcidosso, dove brulica di faggi e castagni, un certo Michele Guidarini, un ragazzo poco più che trentenne, il quale trascorreva le sue giornate disegnando cose strane e divertenti mentre intratteneva i suoi ospiti che venivano da lontano per ambasciate. Ricordo di aver scambiato con lui delle epistole in cui si parlava di arte e ricordo anche che nell’ultima lettera ci ha invitati tutti a fare l’aperitivo nella sua dimora, dove tiene tutto tranne che fumetti e libri sul pop surrealism. Ecco cosa mi ha raccontato. Buona lettura ai posteri!
(Caro Michele, quando leggerai questa intervista, tutta la redazione di Ziguline avrà sellato i cavalli per venire a trovarti)
Io e te siamo nati nello stesso anno, 1981, una buona annata a mio avviso. Anche tu sei cresciuto a pane e nutella e cartoni animati giapponesi o già allora eri un piccolo prodigio dell’arte e te ne stavi in disparte a disegnare?
Diciamo che non sono mai stato in disparte, anche se ho sempre trovato il tempo per disegnare. Da piccolo sentivo l’esigenza di disegnare, forse come molti altri bambini della mia età… solo più tardi ho scoperto che la mia mano mandava dei segnali! Mentre gli altri continuavano a disegnare come dei bambini di 4 anni, i miei scenari erano molto più complessi e fantasiosi.. Non so perché, ma ricordo benissimo un mio disegno alle elementari che raffigurava una guerra tra insetti abbastanza movimentata e non del tutto felice.. un po’ di sangue, mosche abbattute in volo da formiche soldato.. api che spruzzavano veleno dal cielo.. e così via!
Parliamo di cose serie. Come vedi la scena pop surrealism made in italy?
Molto spesso mi hanno fatto questa domanda.. E mi sto chiedendo come mai! Forse perché io in fondo non sembro Pop Surrealista? Forse perché non c’entro proprio un ca**o?! Si.. forse è cosi.. quindi tutti mi chiedono cosa ne penso, come se un po’ vedessi questa scena italiana da dentro e dal di fuori. Comunque, a parte le mie domande nella domanda.. Penso che il Pop Surrealism in Italia sia un po’ forzato. Si cerca di spingere un movimento che piace, ma che non riesce ad esordire, a fare scalpore, a fare il “botto”. Delle volte penso che non decollerà mai, finché vengono pubblicizzati artisti che ricalcano i loro miti pop surreali americani. Ormai, lo stile ed i soggetti, hanno perso totalmente il loro significato. Vengono presi pezzi qua e la che nemmeno ci rappresentano e buttati in una tela con data 2013. In realtà quelle opere sono vecchie di 20 anni o più. Inoltre, devo dire che mi dispiace, perché ci sono molti miei amici artisti, che cavalcano l’onda di questa corrente, che sono bravissimi, che la loro arte non è semplicemente Pop Surrealism, è molto di più. Quindi, delle volte, etichettare un artista come pop surrealista, è un male.
Con questo non discredito il fatto di essere nella lista dei Pop Surrealisti italiani, dico solo, che generalizzare troppo, mettere tutto nello stesso sacco, fa bene all’insieme ma non al singolo artista.
Tengo sempre a precisare di non sentirmi del tutto Pop.Surrealista., perché i miei lavori non rispecchiano i canoni e la filosofia di questa corrente, non tutti. In questo momento sto facendo altri studi, sto trascurando l’estetica, la precisione e l’armonia dell’opera. Sto in qualche modo eliminando il fattore “estetico” dando più importanza al concetto. Sembro quasi serio!
Molte delle tue creazioni sono legate a icone e simboli religiosi. Perché ce l’hai con loro?
In realtà non ce l’ho con loro, semplicemente le sfrutto! Per un attimo non vedo la Madonna o Gesù o qualsiasi altro santo… vedo solo un oggetto stampato in milioni di copie che di sacro non ha nemmeno l’odore! Per questo, visto che è un oggetto di consumo, lo uso come voglio e gli faccio dire quello che voglio. La Chiesa strumentalizza le menti umane, da molto prima che io nascessi… ma molto molto. Le industrie sfruttano la chiesa per fare business. La gente si sente meglio quando appende tra le mura domestiche una qualcosa di stampato con scritto “proteggi questa casa”. Io… esprimo quello che penso.
Parlaci dell’ultimo fumetto che ha letto.
Mi dispiace, non leggo fumetti. Gli ultimi che ho comprato, erano quelli vintage pornografici, mi servivano per fare gli sfondi a una serie di lavori, dove i personaggi principali erano dei SadoNazisti tutti brutti e torti! Ma dopo il primo che ho fatto, mi sono annoiato e ho smesso.
Un sogno ricorrente?
Un uomo in una piazza, solo, al centro, intorno delle logge con tante tartarughe che lo spiano.
gli cade la testa per terra.. tutto molto silenzioso, lento… quasi fermo.
Infatti non mi ricordo altro.. ma gli ho dedicato un quadro, era troppo folle!
Sapresti collocarti in uno spazio e in un tempo diversi da quelli in cui ora ti trovi?
Ogni tanto sogno di essere nei primi del 900, agli inizi della nascita dell’arte moderna.. Immagino di ritrovarmi in questi café da artisti e mostrare i miei disegni ai miei colleghi! Mi chiedo cosa avrebbero scaturito. È una domanda a cui, credo, non riuscirò mai a rispondere!
Facci curiosare nel tuo studio, vogliamo vedere cosa tieni sul tavolo da lavoro.
Preciso: il mio tavolo da lavoro è quello di cucina! Nella mia casa ci vivo, ci lavoro, ci disegno e da un po’ di tempo ci organizzo anche gli aperitivi… vienite?! In poche parole.. non so più cosa è la luce!!!
Disegna il tuo futuro.
Non riesco minimamente a disegnarlo. Mi dispiace. Ma non so proprio da dove partire.. c’ho un blocco serio!!! Inoltre.. non immagino il mio futuro. Ci provo, ma proprio non lo vedo. Ogni giorno, ogni mese, ogni anno, fino ad adesso, sono state molte le novità nel bene e nel male.
Alcune molto inaspettate. Quindi, spero, che tutto vada per il meglio. Parlando di arte, ho diverse cose in ballo, alcune di cui ancora non posso parlare, ma vi assicuro che se vanno bene, sentirete parlare di me. Morale: spero di continuare a poter mostrare la mia arte al mondo, sempre col sorriso della prima mostra.
Foto di Alessandro Baldoni.
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