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El Euro, outsider della street art

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In vista del tanto atteso Lumen / urban factory previsto per il 13 maggio, conosciamo meglio un altro dei venti tanti artisti che prenderanno parte all’evento. Inaspettatamente conoscerete grazie alle sue parole, un ragazzo semplice, lontano dall’immaginario collettivo dello stereotipato  “writers”, ed immerso in una dimensione inaspettatamente bucolica, lontano dal caos della città.

courtesy El Euro

Raccontaci chi è EL EURO e come ha cominciato?

Un ragazzo che vive in campagna per scelta, il quale odiando l’umanità decide di crearsi un mondo un po’ suo, ho iniziato a quattordici anni ad appassionarmi al writing a sedici dovevo fare 
almeno due “pezzi” a settimana per imposizione personale, poi verso i diciotto, dopo una brutta malattia, abbandono il writing più tradizionale per sperimentare nuovi puppet e lettere un po’ più punk di li a poco conosco 108 (già writer anche lui) che muoveva i primi passi nella street art e inizio anche io ad approcciarmi a questo nascente movimento, ed ora dopo sedici anni sono ancora qui.

Anche se non è una domanda originale, da dove viene la scelta del nome?

Più casuale che pensata, tutto ciò che sono e che so del disegno, dell’arte l’ho imparato in gran parte per strada e da mio padre che è pittore anche lui, per cui mi piace restare spontaneo e non essere troppo “costruito”. Era un vecchio nome del quale mi piaceva scrivere le lettere, oggi scrivo tutt’altro quando faccio lettere, ma l’ho tenuto come identificativo dei miei disegni più vicini alla “street-art”.

Trovo che le tue opere siano realizzate con estrema delicatezza, alcune sembrano acquerelli, usi una tecnica particolare e qual è il supporto che preferisci per le tue opere?

Disegno molto a casa le bozze dei miei disegni, in genere le faccio ad acquerello, faccio però alcune tele molto materiche ad acrilico sempre mantenendo un effetto “leggero” come con l’acquerello in genere, usando tanto bianco. In giro uso colori da muro all’acqua a volte spray su muro o su metallo l’importante è divertirsi.

courtesy El Euro

Generalmente quali sono gli spazi pubblici che utilizzi per le tue opere?

Il posto utopico dove disegnare per me è un muro da solo in piedi in mezzo ad un paesaggio verde, ma disegno anche in città, lungo linea, fabbriche abbandonate, hall of fame, muri legali e non, l’importante è che sia un bel posto e esca una bella foto.

Che pensi del filo sottile di  legalità/illegalità sul quale vivono perennemente gli artisti che si esprimono per strada?

La gente si fa tanti problemi il legale, l’illegale, i politici dicono che…f*****o… siamo graffittari il che significa non fare i “froci”(detto senza voler discriminare i gay) buttare un occhio e quando serve scappa, poi se un posto vale la pena di rischiare deve essere un bel posto. Non mi danno tanti muri legali, nè li vado a chiedere. Se mi serve un muro me lo prendo, cercando di non rovinarlo ma di migliorarlo.

C’è una città alla quale sei più legato dal punto di vista illustrativo e dove credi ci sia più libertà per esprimersi?

Non amo le città, anche se in città come Valencia e Zaragoza è molto facile, tranquillo e ci sono molti posti dove disegnare. Poi c’è Roma che a me porta sfortuna. Torino è la mia città natale per cui mi piace molto, ma a me piace la campagna in cui c’è più libertà, ampi spazi, natura, e poi se non divento noto perchè non metto i miei lavori in centro città non mi interessa neanche tanto la cosa.

Come dovrebbe porsi un “fruitore” di Arte di fronte ai tuoi disegni?

Con umorismo, spirito giocoso ed un certo background culturale, non credo di fare cose di immediata comprensione e neanche mi piace spiegarle alle persone che non le capiscono e con le quali non riesco a comunicare, non ho bisogno di giustificare i miei lavori di fronte al pubblico.

courtesy El Euro

Qual è il lavoro al quale sei più affezionato?

Uno zombie vestito da giubba rossa che tira palle di neve con un gioco di parole in dialetto piemontese e spagnolo. L’ho disegnato alla temperatura di -11 gradi lo scorso inverno a dicembre in quarantacinque minuti circa, il colore nei barattoli era diventato gelato e le mani non le sentivo più, il tempo mi passava lungo benchè fossi ben vestito. Al momento della foto non riuscivo più a stringere nulla con le dita, ma il disegno era li come lo avevo immaginato tra la neve che ancora scendeva leggera.

Riesci a sostenerti economicamente con i tuoi disegni?

Ogni tanto arrotondo, per vivere faccio l’agricoltore.

Progetti futuri?

Un cortometraggio d’animazione tanti disegni e cercare sempre di fare meglio.

P.S. El Euro è uno dei tre artisti scelti dall’Associazione “Il Cerchio e le Gocce” di Torino (Pic-Turin) per Lumen / urban factory

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Lumen / urban factory

13 – 29 maggio 2011

Parco dell’Irno

ex Area Salid

Salerno

Italy

Lia Zanda

scritto da

Questo è il suo articolo n°30

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