Elvira Biatta
Sorbolo è una tranquilla cittadina di diecimila anime in provincia di Parma. Se andate a visitare la home page del sito web del comune, il testo introduttivo vi accoglierà con le seguenti parole: “Sorbolo non è una cittadina d’arte e la sua storia non ha riscontro eclatante nell’architettura urbana….poche anche se non indifferenti, sono le tracce che l’uomo ha lasciato….”
Mi chiedevo se sarà stata proprio questa sorta di abdicazione da parte dell’amministrazione comunale di Sorbolo nei confronti dell’arte e dell’architettura ad aver convinto la nostra Elvira Biatta (da Sorbolo) ad intraprendere professionalmente, (scopro con stupore solo da un anno a questa parte), la carriera artistica, a confrontarsi con lo spietato mondo dell’art business ed, aggiungo io, riscattare finalmente la sua città natia. Ho sentito parlare di Elvira Biatta, per la prima volta, grazie ad un contest dell’Adidas (Celebrate Originality) e precisamente in una video intervista nella sua bella casa di campagna, a Sorbolo appunto.
All’inizio devo dire di essere rimasto un po’ spiazzato di fronte a tele raffiguranti busti mozzati, peni e vagine finemente ricamanti ed altri elementi dalla forte carica simbolica ed emotiva presentati all’interno di uno scenario bucolico quasi fiabesco come la sua casa di famiglia, nonché laboratorio, dalla stessa Elvira, la cui pacatezza quasi stonava con i temi che andava ad illustrare. Da qui la mia domanda sorgeva spontanea: “ma da dove sbucherà questo bisogno viscerale di indagare su temi così cari allo scrittore, filosofo ed antropologo George Bataille, come la morte, la sessualità e la trasgressione, al quale la nostra cara Elvira dichiara di ispirarsi? e ancora :”la campagna a lungo andare può avere questi strani effetti collaterali?”. Fatto sta che quello di Elvira Biatta è uno stile che la rende diversa ed originale rispetto alla pletora di artisti ed illustratori finora conosciuti e che oggi cominciano ad affacciarsi sul panorama artistico contemporaneo fattore di non poco conto che a nostro parere la sta aiutando e l’aiuterà a conquistarsi la giusta attenzione all’interno di questa frenetica arena della creatività.
Quello che possiamo dire è che nella sua produzione prevale l’aspetto legato al lavoro di ricerca ancor più di quello stilistico ed è forse l’elemento che nel lungo periodo conferirà all’opera ed all’artista il giusto valore. Chissà se saranno state queste le stesse valutazioni fatte dai curatori nello scegliere Elvira per Lumen?
Di seguito la video intervista di Elvira Biatta per Adidas Celebrate Originality
[vimeo width=”575″ height=”440″]http://vimeo.com/4800524[/vimeo]
Per chi volesse saperne di più:
http://www.premioceleste.it/elvirabiatta
http://www.progettogavagai.it/gallerie/86/ITA/39/ELVIRA-BIATTA