enjoy the car sharing!
Città significa correre, correre e ancora correre. Oltre a correre la città significa traffico, parcheggio off limits o parcheggio high cost ma non tutto è perduto, c’è pur sempre la bici o perchè no i pattini, ecologici e salutari. Certo, la paura e la mancanza di piste ciclabili non sono da trascurare, in fondo la botta in testa è sempre dietro l’angolo, letteralmente parlando. Inoltre, questi fantastici mezzi non sempre ti permettono di trasportare cose o persone.
Una soluzione c’è, è il car sharing, no non quello per cui ti becchi un passaggio da un automobilista ma un sistema moderno che permette alle città di ottimizzare il traffico e anche il parcheggio, immettendo decisamente meno auto nelle strade e di conseguenza limitando l’immissione di anidride carbonica nell’ambiente e il disordine urbano causato da parcheggi improbabili o improvvisati. Siete pronti a scoprire enjoy? Si tratta del servizio di car sharing di di eni, già presente in alcune città cone Milano e da oggi anche a Roma, una di quelle che ne aveva più bisogno.
Ma come funziona questo sistema? Dopo avere effettuato la registrazione, totalmente gratuita e senza consti di affiliazione, attraverso il sito o l’applicazione per smartphone è possibile visualizzare una mappa con tutte le auto disponibili nelle vicinanze. Si può poi scegliere se raggiungere subito la vettura più vicina oppure prenotarla per utilizzarla entro la mezz’ora. Quando avrete concluso il vostro percorso sarà sufficiente lasciare la macchina in un parcheggio e andare via con tutta serenità: perchè anche il parcheggio nelle strisce blu è gratuito.
Ma ecco un riassunto dei principali vantaggi di enjoy:
• costo di soli 25 cent al minuto; pagate solo l’utilizzo effettivo della vettura
• 4 comodi posti all’interno della Fiat 500 Rosso passione;
• accesso libero ai varchi ZTL;
• tariffa in sosta di soli 10 centesimi al minuto;
• parcheggio gratuito su strisce blu e negli spazi enjoy dedicati.
Per conoscere gli altri dettagli andate sul sito: enjoy.eni.com.
Io l’ho provata a Milano, quando i miei piedi da turista improvvisato erano a pezzi e la necessità di un pasto caldo si faceva troppo concreta, e mi ha decisamente salvato la vita.