Erased, la mostra di Eduardo Castaldo trova casa allo spazio Tribunali 138
La casa-studio di Luciano Ferrara, fotoreporter che, da sempre, è alla ricerca di possibili alternative al sistema visivo e fruitivo consolidato, è diventata il centro di un intenso discorso sul fare fotografia e sul produrre esperienze estetiche. A Luciano le gallerie, intese come spazi di esposizione impersonali, non piacciono e, per questo, ci invita ad attraversare le stanze, l’una dentro l’altra come spesso accade nelle case napoletane, e a scovare le fotografie che si confondono tra gli altri oggetti, in un flusso continuo di allestimento e arredo.
Il fotografo napoletano Eduardo Castaldo ha inaugurato lo spazio con la mostra “Erased”, a cura di Giuseppe Tortora, che racconta il fallimento della Primavera Araba. Ha scelto un contesto e un allestimento non convenzionali per reinterpretare il materiale fotografico. Il reportage ci riporta al 2011, quando le notizie rimbalzavano sul web, nonostante i molti tentativi di censura.
Quando quelle speranze non erano ancora state tradite e piazza Tahrir era piena di manifestanti che protestavano contro la corruzione del governo egiziano di Hosni Mubārak, contro la crescente disoccupazione e povertà.
“Erased” è una riscrittura delle immagini di 4 anni fa, il cui senso immediato, alla luce degli esiti della Primavera araba, ha dovuto necessariamente subire altre elaborazioni a contatto con gli spazi di Tribunali 138.
Gli scatti portano i segni della cancellazione delle conquiste dei movimenti: la plastica che le avvolge è una coltre opaca simile all’operazione svolta dai media che ci abituano al consumo rapido e indifferente di fotografie.
Altri lavori, di formati differenti, sono disposti a terra, accantonati e praticamente illeggibili se non attraverso un’attenta ricerca resa ancora più ardua dalla luce fioca e dagli spazi saturi di libri e mobili. Gli ambienti si intersecano gli uni con gli altri, così come le fotografie digitali di Eduardo incontrano quelle analogiche di Luciano.
Tra una fotografia e l’altra possiamo sprofondare nel suo divano, aggirarci per il piccolo cortile interno, bere un bicchiere di vino e sfogliare una rivista. La scelta di Luciano Ferrara di utilizzare la propria abitazione come spazio di esposizione è molto diversa dal concetto di home gallery come siamo abituati a vederle.
È un luogo fortemente segnato da oggetti e racconta molte storie ma si offre a ogni possibilità di cambiamento. Vuole creare un contesto in cui si incontrano poetiche e metodologie, per aprire un dialogo tra il pubblico e chi legge la realtà traducendola in immagini.
Foto di Arturo Muselli.
Eduardo Castaldo | sito