ExpoTag al Grand Palais di Parigi
Gironzolando su internet, qualche settimana fa, ho scoperto questa notizia per me sbalorditiva : « il museo del Grand Palais di Parigi apre le sue porte ad una esposizione sull’arte urbana e più precisamente sul TAG ». Inizialmente, le parole esposizione, Grand Palais e TAG mi parevano piuttosto contrastanti. Come ha potuto il TAG, affresco urbano ed effimero, ritrovarsi in un grande monumento storico come il Grand Palais? La curiosità e la mia attrazione per questi tesori della strada mi hanno fatto prendere il primo aereo in direzione Parigi per saperne di più. La prima cosa che mi ha sconvolto entrando nella sala della esposizione è stata la vivacità dei colori. Dei veri fuochi d’artificio hanno ipnotizzato il mio sguardo. Passata la vertigine ho realizzato che mi trovavo nel bel mezzo di un museo di fronte a dei graffiti su tela e all’esasperazione dell’estetismo.
In effetti, siamo ben lontani dai TAG che siamo abituati a vedere sulle facciate delle metropolitane o quelli sui muri dei palazzi. Lì non si ha che un’invidia, possedere l’opera. All’origine di questo progetto, un uomo: l’architetto Alain-Dominique Gallizia. Adepto della street art “ha voluto fare una raccolta di opere e metterle al riparo dal tempo”.
In 3 anni, Alain-Dominique Gallizia, ha raccolto 150 TAG artists e graffittari internazionali che hanno creduto fortemente in questo inedito progetto. Da questa collaborazione sono nate 300 opere con un tema comune: l’amore. Oltre al fatto che l’esposizione permette all’arte urbana di entrare nella storia dell’arte in modo concreto, essa permette soprattutto ai TAG artists di ritrovare la loro dignità. Trattati come vandali ieri, oggi sembrano avere un nuovo status: quello di artisti di un nuovo genere riconosciuti finalmente dal mondo dell’arte.
Il resto delle foto nella sezione PICS
dalla nostra corrispondente francese – Solana Dolores –