Facebook, il Pigneto e gli Albanopower
Roma, 26 aprile, ore 17 e30, apro la mia pagina personale di Facebook e ci trovo un messaggio di posta, diretto a tutti i membri del gruppo “Albanopower”, che mi avvisa di un loro concerto segreto organizzato per la sera stessa al Pigneto. Ore 20 e 20, cammino per le strade del Pigneto illuminate da lucine gialle, in un’atmosfera perfettamente estiva che poco si addice all’umore meteorologico di questo mese di aprile. Ore 21 e 00, scendo gli scalini di via Fivizzano 27 e mi ritrovo in una sorta di monolocale dalle pareti molto molto bianche.
La 42records, etichetta romano-bolognese che vanta nelle proprie file artisti come i Cat Claws e Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo e che a breve pubblicherà il primo album degli Albanopower, ha organizzato questo piccolo concerto con tanto di aperitivo associato.
L’atmosfera è terribilmente intima. Gli Albanopower suonano una versione acustica delle loro canzoni di fronte ad un pubblico di non più di trenta persone, sedute su di un pavimento di finto linoleum e su divanetti di colore rosso scarlatto e poi ancora poggiate alle pareti terribilmente bianche che fanno da sfondo a Lorenzo e compagni ed ai loro strumenti. Ho come l’impressione di ritrovarmi a casa di amici che oramai si conoscono da anni e, pur essendo un’estranea, mi sento perfettamente a mio agio nell’atmosfera Albanopower creata dalle sonorità quasi oniriche della loro musica e dalle battute che il cantante scambia con qualcuno delle prime file, sedute quasi a ridosso del suo sgabello. Accendo una sigaretta francese e consumo nicotina tra i brani del nuovo album “Maria’s day”, che uscirà nei prossimi giorni, e la delicata cover di “Love will tear us apart” dei Joy Division. Ed osservo attentamente gli Albanopower : suonano e sorridono e mi convincono di amare veramente quello che stanno facendo. O meglio, mi danno il modo di percepirlo.
Ammetto di essermi presentata a questa serata con tutta l’intenzione di farmi rilasciare una piccola intervista, ma ammetto anche di essere rimasta a tal punto colpita dall’intimità creatasi da non aver voglia di turbarla in alcun modo. Ho preferito osservare il tutto e provare a capire come potessero essere non tanto gli Albanopower-gruppo quanto, piuttosto, gli Albanopower-persone ed a chiedermi cosa gli abbia portati dalla lontana Siracusa fino a Roma ( furgone bianco parcheggiato nella stradina stretta del Pigneto, a parte ). Mi metto in contatto tramite mail con Lorenzo per metterlo al corrente della mia presenza segreta al loro concerto segreto; ci scambiamo un contatto msn ed io comincio a tartassarlo di domande riguardanti il suo gruppo, con la scusa di voler scrivere un pezzo su di loro per ziguline.
Lorenzo è cordiale e disponibile, come è tipico d’altronde degli animi meridionali. Instauriamo un rapporto di parole on-line, e realizzo un’intervista a metà tra mail e MSN.
Tenendo conto del fatto che ziguline non si occupa propriamente di musica, come può accadere invece per Rockit o simili, gli chiedo di spiegare ai nostri lettori chi o cosa sono gli Albanopower innanzitutto. E mi risponde con quel piglio ironico che caratterizza buona parte delle nostre conversazioni virtuali.
Lorenzo / Albanopower
Gli Albanopower sono una band siciliana, di Siracusa per essere precisi, con un background vasto che va da Morricone ai Beach Boys passando per “colpo grosso” e i film di David Lynch; una macchina instancabile di emozioni filtrate dal limoneto in cui registriamo. Abbiamo 42 sogni nel cassetto e se usciamo insieme la sera parliamo più di cibo che di altro : Toti e suoi monologhi sulla carne di cavallo, Andrea è abbonato a “viti e vitigni”(tutto sul vino), Sindona parla dell’alimentazione di Morrissey, Carlo sta cercando di brevettare uno slide al cioccolato e io ho nella cameretta, accanto al poster di Totò, un quadro raffigurante una melanzana.
Siamo tutti uniti da una sottile linea… l’olio d’oliva.
Racconto a Lorenzo di come rimango stupita di fronte al fatto che un gruppo dalle sonorità così all’avanguardia venga fuori dalla lontana Sicilia. Non si tratta soltanto di una questione di chilometri, quanto piuttosto di una questione di stimoli. Gli confesso di non riuscire ad immaginare l’ambiente artistico siracusano e catanese, ma devo ammettere che le sue risposte mi presentano un paesaggio abbastanza diverso da quello da me immaginato.
Lorenzo / Albanopower
Catania, come risaputo, è stata la Capitale del Rock in Italia soprattutto nei primi anni ’90 ( gli Uzeda ne sono l’esempio lampante, attualmente su Touch and Go Rec. ). Catania era diventata in parte il crocevia della scena nazionale e non; tra i concerti ricordiamo : i Blonde Redhead degli albori, REM, Radiohead di Pablo Honey, June of 44, Fugazi ed altri ancora. In pratica tutta la scena della Chicago-bene passava da qui. Personaggi come Virlinzi ( che poi aprì la Cyclope; produttore di Carmen Consoli, Flor de Mal ecc. ) e Piero Toscano ( proprietario dello storico negozio di dischi “Rock86”) sono stati FONDAMENTALI per la pedagogizzazione dell’isola.
Dopo il periodo aureo, conclusosi all’incirca con il nuovo millennio…il nulla completo, o quasi. Molti gruppi qui vivono ancora di magici ricordi o sono incastrati in suoni ed in un immaginario “vecchiotto” e nessuno azzarda più di tanto. Pare che da un paio di anni la situazione si stia riprendendo. Ci sono “nuove leve” ( come noi…ahahahah ). E poi molti artisti validi, come Feldmann, Cesare Basile, Suzanne Silver, Diane and the Shell ecc. ecc. Poi abbiamo le polpette di cavallo, Paola Maugeri, Pippo Baudo, Battiato, gli arancini, i cannoli, il medico di Berlusconi…e poi ci sono club importanti quali Zo, la LOmax ed i Mercati Generali. Poi è anche vero che ci sono gli odiosi dj che spaccano i maroni con i loro computerini, i tatuaggi fighi e le scarpe brutte ma costosissime.
Sorrido.
I tatuaggi fighi?!Cos’ha il cantante degli Albanopower contro i tatuaggi fighi?!
Anzi. Evviva i tatuaggi fighi!
Lorenzo / Albanopower
Sì, certo! Io ne ho uno bruttissimo…un drago, pensa te.
Ah si?!Un drago?! Che TAMARRO!
Tamarrissimo, fatto a Roma a 15 anni in cambio di una “storia” di fumo buono.
Comunque, detto questo…voglio scappare da Catania!
Insomma,gli Albanopower vengono fuori dall’ambiente siciliano e sbarcano sulla terra ferma per una serie di concerti che precedono l’imminente uscita del loro disco “Maria’s Day”. In una simpatica conversazione con Lorenzo, in cui io elogio le melanzane e il cielo fatto di stelle vere e l’aria buona ed in cui lui invece mi ricorda gli stimoli metropolitani, gli domando proprio come abbiano fatto ad arrivare fino a qui, alla tappa di Roma che apre il loro piccolo tour. Gli dico…tenendo conto che lo zio non è ancora riuscito ad edificare un ponte, spiegami tu come ci arriva fin qui la musica registrata in un lontano limoneto siciliano.
Ovviamente ci sono di mezzo il Web, Facebook, MySpace, Rockit e via dicendo…sicuramente un ottimo mezzo di promozione, soprattutto se si vive nel NordAfrica, come tu stesso hai detto…ma dimmi, secondo te come è cambiata la musica negli ultimi anni in relazione a questi nuovi mezzi di promozione? Cioè…dici che rischia con il finire di essere pubblicizzata ma snaturata?
Lorenzo / Albanopower
Il web ha sicuramente svolto un ruolo fondamentale per la divulgazione delle nostre opere. Come tu stessa scrivi : Facebook, MySpace,Lastfm, Rockit etc. etc. ti permettono di avere una certa visibilità “temporanea”. Però attenzione! Il web è un arma a doppio taglio, mi spiego… da un lato ti da visibilità e dall’altra appiattisce l’ascolto e sminuisce il tuo lavoro (magari lavori quasi 2 anni ad un disco, come nel nostro caso per esempio, poi la gente lo scarica o lo ascolta nelle casse del computer in mp3 e quindi ad una pessima qualità, che per gli Albanopower in particolare è un dramma essendo un disco dagli equilibri sottili).La digitalizzazione della musica rende tutto più difficile, in teoria “per starci dentro” dovresti fare un disco ogni 8 mesi pieno di belle canzoni, e non è facile ti assicuro, per questo la durata media dei gruppi in Italia è di 1- 2 dischi massimo e poi spariscono o comunque cala l’attenzione se si azzardano a fare un disco mediocre.
Ora noi siamo un pochino più fortunati perchè siamo dei “caga pezzi” e in più abbiamo un nostro studio di registrazione, quindi in teoria se la 42 ci sta dietro possiamo tranquillamente fare uscire 2 dischi l’anno.
La cosa triste è che anche le etichette devono calarsi in questi panni e stare al gioco. I Radiohead hanno capito tutto! Ma loro hanno già venduto milioni di copie ed è più semplice, se la stessa operazione del “fai il prezzo tu” la fanno gli Albanopower il disco non lo paga neanche mia nonna e chi lo scarica gratis, proprio perché è gratis, lo snobba e lo mette in coda e quando (e se) lo ascolterà, in versione mp3, dalle casse del computer, con la tele accesa mentre prepara il caffè, lo cestina dopo 20 min.
A Mp3 must die (cito Cohen fra le righe ). Lunga vita al supporto fisico!
La musica è una cosa SERIA e con questo “atteggiamento” la si sta sprofessionalizzando… mi fermo o serviranno 2 webzine.
Oggi l’unica cosa che può salvare una piccola band indipendente (e indifesa) è il live, se hai un buon live puoi dormire più sereno, e noi sotto questo punto di vista siamo in una botte di ferro modestamente!
Sorrido ancora. Ammetto di essere una fan degli Albanopower allora, e non solo per una questione di gusti musicali, ma perché raramente mi è capitato negli ultimi tempi di trovare un live così piacevole. Mi viene promessa una pasta alla norma in cambio di un qualsiasi piatto da cittadina romana. Sicuramente il pezzo scritto con più voglia, augurandomi di ottenere un buon risultato. Per gli Albanopower funziona, la loro voglia li porta lontano, fino alla capitale e poi chissà dove.