Fashion Alienation | The dark side of Milan Fashion Week
Si è conclusa da poco la settimana della moda a Milano. Piogge di news e carrellate di immagini ci hanno accompagnato in ogni momento della giornata, dalla sbirciata agli aggiornamenti Facebook in bagno agli speciali sulle tv nazionali ad ora di pranzo. Ma quando diciamo “settimana della moda” di cosa stiamo parlando?
I media come sempre danno un’immagine molto parziale di quello che accade nella capitale della moda italiana in quei giorni. Modelle svettanti, blogger tutte tacchi e selfie e vip che si muovono scortati da un party all’altro, sono solo la punta dell’iceberg.
Come vivono la settimana della moda quelli che “nella moda” ci lavorano ogni giorno? Non voglio parlare del dietro le quinte. Voglio far parlare il dietro le quinte. Ecco tre eroine della moda che raccontano la loro fashion week. Niente outfit da copertina. I selfie invece li abbiamo lasciati.
Clara, modellista.
La mia fashion week? Timbratura entrata: 8:30. Timbratura uscita: l’infinito e oltre.
La fashion week ha il profumo di caffè e sigarette, la colonna sonora è una sinfonia di squillanti telefoni, click di mouse, plotter rullanti. Le 48 ore che anticipano la sfilata sono le più intense: i capi sembrano volare dalle macchine da cucire allo stiro, dagli appendini sulle modelle… E alla fine è show!
Ogni capo ha una storia, come tutte le persone che hanno lavorato per crearlo. Storie e vite incredibili che solo il “fantastico mondo della moda” riesce a cucire insieme.
P.S. di “fashion” la mia week non ha nulla. Ricordo un soffritto e della pasta al tonno alle 2 di venerdì notte all’uscita dal fitting pre-sfilata in compagnia della mia collega. Stupendo!
Chiara, sales account.
Lavoro come venditrice in uno showroom multibrand, adoro il mio lavoro. “Fashion week” per me significa racchiudere in pochi giorni una lunga lista di appuntamenti con clienti stanchi che corrono da una collezione all’altra. La pausa sigaretta in solitudine è un momento magico.
Lori, stylist.
La mia settimana della moda è in scarpe da ginnastica e collant perché fa freddo e si cammina tanto.
Sono andata a sfilate e presentazioni e grazie a Dio c’è il catering che ti salva da morte certa.
Belle le sfilate, ma non riesco mai a vedere le scarpe perché dalla terza fila in poi non si vedono i piedi delle modelle e vivo quei momenti sapendo di essere già in ritardo di 40 minuti sulla sfilata successiva.
Il momento top? In tutta sincerità la tappa al supermercato sabato sera, sognavo di fare la spesa da giorni. Altro momento topico è senz’altro la lavatrice delle 23 con asciugatura dell’intimo sui termosifoni altrimenti la mattina dopo non sapresti cosa mettere.
(selfie nel bagno nella suite dell’Hotel Armani, ovviamente ero lì per lavoro)