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Festarte, festival d’arti visive

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FestArte,  festival di arti visive ospitato al Rialto Sant’Ambrogio ed oramai alla sua settima edizione, apre con una serata interamente dedicata all’artista padovano Nicola Genovese, che propone un percorso di opere dislocato nelle diverse sale, tutte incentrate sul tema della cittadinanza impaurita e dal titolo “Fuori i Buh!” .

foto di Gerardina D'Errico (Officine Fotografiche) FestArte 2009

Vengo accolta, all’entrata del Rialto, da un gruppo di attori che indossano , come fosse una maschera, una scatola in cartone quadrata su cui sono disegnati volti dalla fronte corrugata ed occhi socchiusi : distribuiscono fogli bianchi in formato A4 con su scritto, in caratteri grandi, “Fuori i Buh dalla nostra città”.
Arrivo nella prima sala : un tappeto in colore scuro e , su questo, un tavolo e sedie laccati in bianco spezzati ed inclinati ( solo più tardi Nicola mi spiegherà che il crollo del salotto identifica il crollo della sicurezza per gli abitanti della casa e, più in generale, della città ). E poi un televisore con il video di un cane che abbaia violentemente. E poi ancora sulle pareti cornici con illustrazioni dell’artista : un piccolo recinto con fiori neri, un cane dalla testa quadrata e l’espressione rabbiosa, una fetta di torta coronata da una ciliegina e “custodita” al di sotto di un coperchio in vetro e poi ancora un paio di personaggi dal volto quadrato e l’espressione crucciata ed incattivita.

Massimo Bottarelli(Officine Fotografiche) FestArte 2009

Lungo il corridoio, all’ingresso della seconda sala, un altro attore con maschera in cartone mi offre un fucile, tagliato in legno e dipinto di nero, e mi invita ad entrare nella stanza ed a fissare una parete riempita di specchi quadrangolari di varie dimensioni e mi coinvolge in una finta sparatoria,, suggerendomi di guardare fisso davanti a me. Vedo il mio riflesso e quello degli altri “spettatori”. Esco portando via con me il mio fucile.

In un’altra delle sale del Rialto, viene proiettata su due diverse pareti l’immagine (quasi) fissa di un uomo che “indossa” la maschera a scatola , con una serie di dettagli rappresentati molto attentamente : la fronte corrugata e parzialmente coperta da una frangia, la bocca leggermente all’ingiù e i denti ben in vista. L’uomo indossa una maglietta gialla e tiene in mano un cono gelato che si squaglia molto lentamente. Infine, nell’ultima sala, la proiezione di un breve video delle illustrazioni dell’artista. La serata viene animata dal dj-set de “La Situazione”, collettivo di ricerca e di divulgazione di diverse forme espressive (musica, radio, video, arte e fotografia) .

Nel corso della serata riesco a “placcare” Nicola Genovese per poter avere qualche informazione in più riguardo alla sua produzione artistica.
L’artista padovano ha ricevuto importanti riconoscimenti alla Mostra Internazionale dell’Illustrazione, a Bologna, ed al Festival del Cinema Indipendente di Foggia e, dal 2008, collabora con la Galleria Bianca Maria Rizzi di Milano. Mi parla di una produzione artistica incentrata essenzialmente sulla paura e sui disturbi psichici e particolarmente attinente alla realtà, in modo particolare quella che lui stesso si ritrova a vivere in Veneto : mi racconta di quartieri residenziali fatti di villette sorvegliate da telecamere e da cani appositamente addestrati.

Massimo Bottarelli(Officine Fotografiche) FestArte 2009

L’ossessione della proprietà, e conseguentemente la protezione di quello che si possiede, diviene allora uno dei temi centrali della sua produzione artistica. Manca infatti nei personaggi, se così possiamo definirli, di “Fuori i Buh!” il senso della condivisione : gli uomini di Nicola Genovese preferiscono perdere quello che possiedono piuttosto che condividerlo con altri (basti pensare all’uomo che lascia che il suo gelato si squagli o alla bellissima fetta di torta al di sotto del coperchio in vetro trasparente). “Il tutto è apolitico”, ci tiene a precisare l’artista. Si tratta di una produzione artistica contro e per l’essere umano : ottuso, fobico e con la testa quadrata.

Si ringraziano i ragazzi di Officine Fotografiche per le foto dell’evento

Chiara Crescenzi

scritto da

Questo è il suo articolo n°7

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